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Il caleidoscopio

09/03/2018

Il caleidoscopio

La Stampa 09/03/2018

Quando ero bambina mi piaceva guardare dentro il caleidoscopio, (un termine greco che significa “vedere bello”). Il caleidoscopio è un piccolo tubo che, girato con grazia offre uno spettro di tanti colori che, dapprima confusi, si dispiegano in armoniche costruzioni multicolori. Mi è ritornato in mente questo ricordo d’infanzia rispetto a ciò che sta succedendo ai ragazzi di origine straniera, cresciuti in Italia e che ora frequentano la scuola o lavorano. Loro stanno guardando nel caleidoscopio della loro personalità per confrontare la cultura della famiglia e quella della società in cui abitano. E’ un processo complesso, a volte conflittuale, a volte disorientante, ma molto fertile, che produce apertura e flessibilità rispetto alla vita e al rapporto con gli altri, che dà energia per investire nel loro futuro. Il caleidoscopio può servire anche ai giovani italiani sfiduciati, spesso schifati dal mondo, che tendono a isolarsi, anche se nati privilegiati. E mi è venuto in mente anche il percorso che hanno fatto i ragazzi che arrivavano dal Sud con l’immigrazione interna quarant’anni fa. Molti sono stati discriminati e inseriti nelle classi differenziali e nelle classi speciali. Non conoscevano bene l’italiano e apparivano più arretrati dei compagni astigiani. Don Milani nel 1967 si domandò: i figli del dottore sono tutti intelligenti e i figli degli svantaggiati tutti stupidi?