Associazione Davide Lajolo Onlus

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Saggi

Conoscere un'area protetta attraverso la letteratura...

12/04/2009

Conoscere un'area protetta attraverso la letteratura...

di Valentina Mazzola

LA RISERVA NATURALE SPECIALE DELLA VAL SARMASSA SI RACCONTA ATTRAVERSO LA LETTERATURA…
Davide Lajolo, grande amico di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio,  la definiva “il mio mare verde
 
Anni fa ero già stata a Vinchio nella Riserva Naturale Speciale della Val Sarmassa e ne avevo apprezzato le sue qualità dal punto di vista naturalistico e paleontologico ma quando poco tempo dopo Laurana Lajolo, figlia di Davide, mi ha accompagnato personalmente in Riserva ho colto l’essenza di questo luogo fatto di storia, memoria e leggenda. Laurana, attraverso le parole del padre, mi ha dato una nuova chiave di lettura facendo emergere quanto di questo territorio il normale turista non potrebbe cogliere se non leggendo i libri di Davide Lajolo (1912-1984). Partigiano, giornalista, scrittore, deputato, primo biografo di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, di entrambi grande amico, Davide Lajolo nei suoi libri ci descrive gli ambienti della Riserva attraverso le vicende dei suoi compaesani che lui chiama “I Mè” come il titolo di uno dei suoi libri. Ogni luogo è protagonista di una vicenda vera o immaginaria che riesce a comunicare qualcosa al visitatore come la Rù (quercia), monumento naturale della Riserva dal 2000, dove Lajolo ambienta la leggenda di Clelia e Ariosto, la triste storia d’amore di due giovani innamorati troncata dalla peste dei primi anni del 1600, narrata in “Veder l’erba dalla parte delle radici” o la Tana detta anche il Castello del Mago, dove viveva Cisi isolato dal mondo con il suo senso di colpa, in “Il Merlo di campagna e il merlo di città”. I suoi libri trasudano di emozioni tanto che sembrerebbe il cuore ad avere in mano la penna, in particolare emerge l’amore fortissimo per il suo paese e la “sua” gente che si può riassumere con la dedica che a essi regala con “Vinchio è il mio nido”. La Riserva, con i suoi paesaggi mozzafiato e il suo silenzio che sa parlare a chi sa ascoltare, è lo sfondo della sua vita; in particolare di uno dei momenti fondamentali, quello in cui decide di “voltare gabbana”, ossia  di cambiare posizione e passare dalle file fasciste a quelle partigiane diventando in seguito il comandante Ulisse. Il passaggio, segnato dal primo raduno del gruppo di partigiani che guiderà, è avvenuto qui presso il Casotto di Ulisse nel giugno del 1944. In Riserva possiamo cogliere solo una parte dell’intensissima vita di questo personaggio che meglio si racconta nel Museo a lui dedicato.
Il Museo Davide Lajolo, inaugurato il 12 settembre 1998, è stato studiato in modo che siano i muri a parlare, o meglio a raccontare la storia di questo personaggio che con la sua vita ci narra un pezzo importante della nostra storia segnata dalla guerra e dalla voglia di resistere e combattere per la libertà. Spesso Laurana cita l’ultima frase che il padre gli disse poco prima di morire nel 1984: “Ricordati Laurana, non è la politica pragmatica che fa la rivoluzione, ma sono gli uomini e la poesia a cambiare il mondo”. Personalmente penso che questa frase come molte altre che qui non ho lo spazio necessario per ricordare siano pillole di saggezza che ognuno di noi dovrebbe conservare e mettere in pratica per migliorare il mondo. Davide Lajolo attraverso le sue parole ha molto da insegnare alle nuove generazioni che studiano la storia contemporanea…
 
Davide Lajolo, Cesare Pavese e Beppe Fenoglio sono stati grandi scrittori accomunati dallo stesso filo rosso perché amavano i loro paesi e la loro gente e sono riusciti a renderli immortali filmando la storia attraverso le parole…I luoghi e le persone da loro descritti si sono caricati di importanza tanto che sembra impossibile visitare Vinchio, Santo Stefano Belbo, Alba e San Bovo di Castino senza parlare di loro e dei luoghi/personaggi dei loro libri.

La Riserva Naturale Speciale della Val Sarmassa, gestita dall’Ente Parchi Astigiani, è stata istituita con Legge regionale 21 giugno 1993, n. 21. Comprende un’area collinare di circa 234 ettari che si estende tra i comuni d’Incisa Scapaccino, Vaglio Serra e Vinchio.
Tra le finalità della Riserva, oltre alla tutela e miglioramento delle caratteristiche naturali e paesaggistiche dell’area, vi è la valorizzazione del patrimonio archeologico, paleontologico e delle attività agricole, il recupero forestale e la fruizione del territorio ai fini scientifici, culturali e ricreativi.
La valle era abitata dall’uomo preistorico, come testimoniano le asce litiche ritrovate a Serracorta e Monte del Mare.
La Riserva è interamente compresa dal punto di vista geologico in quello che gli esperti hanno definito “Bacino Terziario Ligure- Piemontese”. Vi affiorano terreni che appartengono alle formazioni delle “Argille di Lugagnano” (Pliocene Inferiore) facilmente identificabili per il caratteristico color grigio o grigio cenere, talvolta con sfumature azzurre con un contenuto paleontologico caratterizzato dalla presenza di molluschi e, in misura inferiore, di resti vegetali, di coralli, di granchi.
Le sovrastanti “Sabbie di Asti” (Pliocene Medio) formano il corpo delle colline e si presentano generalmente di colore giallastro, talvolta grigio o rossastro, sono molto fossilifere con prevalenza di molluschi e più raramente di vertebrati marini.
L’area protetta offre scorci paesaggistici di grande suggestione: dalle sommità collinari si spazia con lo sguardo sino ad incontrare l’imponente catena alpina da un lato e i rilievi appenninici dall’altro.