28/05/2024
L’enogastronomia racconta il territorio
Progetto per i corsi Tecnico di Cucina e Tecnico di Sala Agenzia di formazione professionale delle colline astigiane
DECENNALE DI RICONOSCIMENTO UNESCO AI PAESAGGI VITIVINICOLI LANGHE ROERO MONFERRATO
XVI FESTIVAL DEL PAESAGGIO AGRARIO Il paesaggio letterario
Il progetto si è prefisso di offrire ai futuri operatori turistici nel campo dell’enogastronomia: 35 persone (due gruppi classe, uno composto da 15 ragazzi/e e uno di 20) strumenti adeguati per “raccontare il territorio patrimonio dell’Umanità” e la sua identità attraverso le ricette e le produzioni d’eccellenza.
Il cibo e il vino “raccontano” il luogo di produzione e il paesaggio vitivinicolo plasmato dal lavoro contadino.
Progetto di Laurana Lajolo, Associazione culturale Davide Lajolo odv
Coordinamento del corso
Laurana Lajolo, Associazione culturale Davide Lajolo odv
Alessandra Sozio, direttore Scuola alberghiera Agliano Terme e Asti
Primo incontro (2 ore)
lunedì 20 maggio
Introduzione della Presidente Giovanna Quaglia “I vigneti patrimonio UNESCO”
Direttore Bruno Bertero “Le prospettive del turismo enogastronomico”
Illustrazione del progetto del corso da parte di Laurana Lajolo
Dialogo con le corsiste e i corsisti
Secondo incontro (ore 14-16)
martedì 21 maggio
Laurana Lajolo “Il valore culturale e economico del paesaggio”
Pier Carlo Grimaldi, antropologo, già Rettore Magnifico Università di Pollenzo “L’ospitalità della cucina”
Dialogo con le corsiste e i corsisti
Terzo incontro (9-11)
martedì 28 maggio
Le modalità di promozione
Pier Ottavio Daniele, giornalista enogastronomico La Stampa e “Osti narranti”
Laboratorio con le corsiste e i corsisti a cura di Fabienne Vigna social manager
Dialogo con le corsiste e i corsisti
RELAZIONE CONCLUSIVA
La presidente dell’Associazione Paesaggi vitivinicoli Langhe Monferrato e Roero ha introdotto il primo incontro del corso, illustrando i risultati ottenuti a dieci anni dal riconoscimento UNESCO per il territorio dei paesaggi vitivinicoli.
Giulia Pelassa ha delineato le caratteristiche delle sei componenti del sito UNESCO.
Laurana Lajolo ha spiegato che il progetto del corso è pensato per rendere maggiormente consapevoli i futuri operatori professionali nel settore dell’enogastronomia dell’importanza della tutela e della valorizzazione dell’armonia del paesaggio vitivinicolo e dei suoi valori culturali ai fini dello sviluppo economico e turistico del territorio patrimonio dell’Umanità. Il paesaggio vitivinicolo è plasmato dal lavoro millenario dei contadini, dagli stili di vita della comunità ed è anche composto dall’immaginario di miti, racconti, storie. Le vigne sono opere d’arte che richiedono il lavoro costante, giornaliero e stabiliscono un rapporto stretto tra uomo e natura.
Il dr. Bruno Bertero, nella sua duplice veste di direttore dell’ATL Langhe Roero e Monferrato e dell’Associazione Paesaggi vitivinicoli, ha indicato le prospettive future del territorio, sottolineando le sue tipicità agronomiche. Partendo dai dati dell’incremento del turismo nelle aree UNESCO, ha sottolineato l’importanza di riuscire a coniugare la tradizione in vista dell’innovazione e della trasformazione del territorio nella direzione della qualificazione del turismo sostenibile, del rispetto dell’ambiente e dell’implementazione delle nuove risorse umane. L’obiettivo è che i giovani restino sul territorio e si deve operare attraverso la disseminazione dei flussi turistici, evitando i rischi dei cambiamenti climatici al riconosciuto patrimonio dell’Umanità.
Quindi ha sottolineato l’importanza delle scelte collettive dirette a una riduzione di emissioni realizzando un piano di gestione per sviluppare un turismo di fruizione esperienziale e non di sfruttamento delle risorse naturalistiche e culturali. Di esse fanno parte la buona cucina tradizionale e la produzione di vini pregiati, come la bellezza del panorama e le produzioni d’arte.
Il dr. Bertero ha anche sottolineato l’importanza della formazione professionale in campo turistico e ha invitato a i giovani a ottenere il giusto salario per le loro prestazioni.
Nel secondo incontro Laurana Lajolo ha accennato all’incidenza che i romanzi e i racconti degli scrittori del secondo Novecento, come Cesare Pavese, Davide Lajolo, Beppe Fenoglio e altri hanno avuto per traslare la cultura contadina orale nella grande letteratura, valorizzando storie e le leggende del paesaggio collinare, anche nella forma arcaica del mito e quindi dell’universalità del messaggio narrativo, intrecciato con parametri di altre culture. Ha tenuto in particolare a sottolineare la qualificazione che la letteratura ha donato al paesaggio, oggi riconosciuto patrimonio dell’umanità.
Il prof. Pier Carlo Grimaldi, antropologo, già Rettore dell’Università di Pollenzo, ha attinto alle sue approfondite competenze di studioso, per spiegare le componenti della cultura orale contadina, impregnata di riti e miti, che rappresentavano i modelli sociali e educativi della società, dove erano preponderanti la famiglia e la saggezza dei vecchi.
Si è quindi soffermato sul tempo sacro del cibo, sapere femminile per eccellenza, oggi motore di turismo, ma ricco di profondi significati familiari e sociali nella cultura tradizionale. E gli stessi osti, che somministravano il vino, celebravano un rito sacerdotale. Ha richiamato quindi alcuni esempi di riti collettivi come i falò simbolo di rinascita e ha richiamato la necessità di mantenere il fondamento mitico della tradizione anche nella società digitale.
Ha quindi proiettato ai corsisti i documentari sui cercatori del tartufo e sulle cuoche degli agnolotti al plin, prodotti dall’Università di Pollenzo.
Nel terzo incontro il giornalista enogastronomico Pier Ottavio Daniele, illustrando il suo progetto “Osti narranti”, ha spiegato come l’arte del racconto sia strumento di conoscenza del cibo e del vino e anche valorizzi la qualità e la biodiversità del territorio. Gli stessi luoghi sono fonte di narrazione. Ha portato l’esempio della leggenda di Gianduja, nata in un ciabot di Callianetto per diventare poi simbolo della maschera piemontese conosciuta nel mondo.
Daniele ha sottolineato come le osterie siano una tradizione del territorio, ricca di storie e leggende legate al cibo e al vino. E’ importante che l’enogastronomia, anche nella sua alta qualificazione, mantenga una connotazione locale e personalizzata delle produzioni tipiche del territorio per raccontare l’esperienza vissuta, che connotante il territorio. In questo senso ha proposto la definizione di linguaggio del gusto in grado di rendere la complessità della proposta enogastronomica.
Fabienne Vigna ha condotto il laboratorio sui social media, indicando le caratteristiche dei diversi canali di comunicazioni e le loro funzioni nella costruzione del testo e delle immagini da veicolare. Ha quindi guidato i corsisti all’esperienza diretta, sottolineando l’importanza delle motivazioni insite nel messaggio, l’uso accorto delle parole per giungere al profilo aziendale personalizzato.
In conclusione del corso Laurana Lajolo ha sollecitato la valutazione delle studentesse e degli studenti, che hanno espresso molto interesse per la configurazione della proposta pensata in funzione dell’approfondimento della conoscenza dei temi e di formazione di abilità specifiche per i loro studi.
Nota di Laurana Lajolo, Associazione culturale Davide Lajolo, 28 maggio 2024