03/01/2017
Culture 34
Margini
editoriale
Il margine è un limite con diverse applicazioni, dal foglio di carta alla società. La questione è se si è dentro o fuori da questo limite fissato secondo canoni di “normalità”, che escludono, emarginano, chiudono le porte ai pazienti psichiatrici, ai disabili, ai carcerati, a tanti nuovi poveri e anche ai giovani inascoltati nei loro desideri. Di questi soggetti si occupa il numero di culture, intitolato appunto Margini.
Dopo una scheda che elenca le varie definizioni del termine, Paolo Macario (La sfida educativa al tempo delle passioni tristi) prende in esame la condizione dei suoi studenti che si trovano ai margini dei sogni e a cui vorrebbe dare, con la sua attenzione di docente, speranza e senso di responsabilità verso il futuro. Sara Vergano (Cosa non sai di me che ti voglio dire) affronta in modo nuovo il tema della disabilità non soltanto come un limite, ma come una fragilità che può essere un punto di forza. Anna Cellamaro (Le conseguenze dell’inibizione del carcere), esaminando la condizione del recluso ai margini della società, constata con preoccupazione che al detenuto per sopravvivere è richiesto il pieno adattamento, cioè l’annullamento del sé volitivo. Beppe Amico (Il buon samaritano) fa qualche esempio concreto di interventi solidali nei confronti degli ultimi;. Francesca Borchio e Paola Berta (Chi sono i più deboli), nel fare il resoconto di un’escursione in campagna di un gruppo di pazienti psichiatrici, sottolineano le emozioni delle persone a contatto con la natura, il loro impegno creativo e anche una dolente consapevolezza di un paziente: “Comportiamoci bene con i più deboli, un giorno questi potremmo essere noi". Tra coloro che sono usciti dal “margine della normalità” o ci stanno uscendo ci sono i pensionati sempre più in difficoltà, di cui parla Alessandro Berruti (Pensioni, vado al minimo).
Nella sezione Città / campagna si affronta il tema dei margini fisici e territoriali all’interno della stessa città che non solo ad Asti ha modificato il baricentro delle sue attività commerciali e produttive dal centro, rimasto luogo di divertimento e di cultura, e le periferie, dove si svolge la vita quotidiana organizzata in quartieri in certo modo autosufficienti e dove i grandi centri commerciali sono passati da non-luoghi per eccellenza ai punti di riferimento commerciali e di aggregazione sociale, come nota Laurana Lajolo (Città / periferia). Sull’esigenza di ripensare urbanisticamente e architettonicamente la città si sofferma anche Marco Pesce (Ri-generazione urbana), dando i risultati dell’A.S.T.I.F.E.S.T 2016 e illustrando i punti principali del Manifesto conclusivo per un necessario ripensamento dello sviluppo urbano non più estensivo ma rigenerativo.
A proposito di periferie Piero Vercelli (Per riqualificare Asti est) espone il piano di intervento nel quartiere della zona Praia che interesserà servizi, il decoro urbano, la manutenzione e la sicurezza urbana, chiedendo la collaborazione del terzo settore per contenere il disagio sociale.
Laura Calosso (L’anima della città) propone una riflessione di stampo filosofico sul concetto antico di città come spazio ideale di buon governo per confrontarlo con il degrado odierno. Mariacristina Marchegiani illustra il sistema dei musei che ha preso forma, ma nel contempo avanza anche un’ipotesi diversa dall’attuale di fruizione dello spazio conservativo, che può essere anche considerato non come uno spazio da “abitare”, ma come un margine estraneo alla quotidianità.
Se la città ha subito grandi trasformazioni anche la nostra campagna, che proprio recentemente ha ricevuto il riconoscimento Unesco, soffre di un’agricoltura che in molte zone si riduce a reddito marginale con incolti e gerbidi. Giovanni Pensabene (Riduzione delle aziende agricole e degrado del territorio) illustra con chiarezza e il supporto dei dati del censimento agricolo la situazione esistente, concludendo con la constatazione dell’ampliamento di aree agricole marginalizzate.
Il racconto fotografico di Valentina Archimede rappresenta i volti dei contadini di tutto il mondo arrivati a Torino per Terra madre con i loro colori variopinti che rievocano gli odori forti della terra.
In Bacheca viene riproposto il discorso che Umberto Terracini presidente dell’Assemblea Costituente (Così è nata la Costituzione repubblicana) tiene ai colleghi parlamentari il 22 dicembre 1947 dopo l’approvazione della nostra Costituzione. E’ un documento molto interessante per capire lo spirito e i contenuti su cui è stata costruita la nostra democrazia. Laurana Lajolo (I laboratori didattici per il patrimonio dell’umanità) ha scritto le riflessioni sull’esperienza davvero significativa dei laboratori condotti da undici scuole astigiane intorno ai temi dell’Unesco, che ha visto gli studenti protagonisti consapevoli e creativi. Claudio Cerrato (Lettere per stanze riservate – sculture) presenta la mostra di Mario Moronti, aperta a Palazzo Crova di Nizza Monferrato nelle sale dell’esposizione permanente della Collezione d’arte Davide Lajolo Art ‘900 dal 5 novembre 2016 al 7 gennaio 2017. La manifestazione di Libri in Nizza (12-13 novembre) è stata dedicata quest’anno alle donne e l’Associazione culturale Davide Lajolo, organizzatrice con il Comune di Nizza M., illustra il programma di Donne scrittrici e donne protagoniste di storie. Infine si dà volentieri la notizia della nascita della nuova casa editrice SED con una nota di