Associazione Davide Lajolo Onlus

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Saggi

Opera d'Arte collettiva

02/09/2010

Opera d'Arte collettiva

Laurana Lajolo

Paesaggio e paese
Il paesaggio delle colline del vino di Langa, Monferrato e Roero, scrive Gina Lagorio, è un paesaggio casto e severo che fa sentire quel che appare simbolo di quel che si muove dentro, nelle azioni e negli affetti degli uomini. E’ stato costruito nei secoli dalla mano dell’uomo come bene sociale della comunità e patrimonio economico in continua trasformazione. E’ ora giacimento culturale di storie e di tradizioni e le memorie più antiche, anche se latenti e dimenticate, continuano a plasmarne l’identità.
Quel paesaggio è candidato a diventare patrimonio dell’umanità, perché contiene in sé una visione del mondo ed è diventato uno scenario letterario per merito di quegli scrittori che qui sono nati e che hanno interpretato il fascino severo e magico dei luoghi.
Il termine paesaggio proviene da paese, che sulle colline prende la forma di piccoli nuclei abitati arroccati sui bricchi vitati, con grandi cascine a presidio dei terreni, piccole chiese romaniche a proteggere i campi,  imponenti castelli sulle cime più alte a guardia contro gli invasori. Le strade, care a Gina Lagorio, corrono sui crinali  e fanno scoprire la fuga di lunghi dossi, tra i quali i fiumi si sono scavati un letto stretto. Si inerpicano in salita, andandosi a nascondere in sentieri appena tracciati tra le erbe, come scrive Giovanni Arpino, con brusche curve tra le acacie che si sporgono a ombrello come in un grappolo.  Sentieri che portano verso il silenzio del bosco e che suscitano in Gina Lagorio, Giorgio Barberi Squarotti, Giovanni Arpino, Rosetta Loy, Lorenzo Mondo le suggestioni dei ricordi d’infanzia. Il bosco è rappresentato come pieno di vita, di colori, di fruscii e anche di masche, come racconta Carlo Euclide Milano con la storia di Micillina.
Le colline del vino non sono, dunque, soltanto costituite da componenti agronomiche e naturalistiche, ma  rivelano un modo di vivere, di pensare, di organizzare una società, quella contadina. Il verbo latino “colere”, infatti, significa “coltivare” e “far crescere”, ma è anche la radice del termine coltura e cultura, materialità e simbolo.
I paesi, i vigneti, le valli e i boschi sono, dunque, un’opera d’arte collettiva, composta dal valore del lavoro e dai simboli culturali, dalla terra fertile e dalle memorie in un intreccio inscindibile di ambiente biofisico, strutture economiche, tradizioni e forme culturali, di cui vogliamo dare qualche suggestione con questo libro, pensato come proposta di antologia letteraria e di racconto fotografico.

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