26/05/2023
Paesaggio in Poesia - Antonio Francesco Lepore
LABORATORI PER NUOVI NARRATORI DEL PAESAGGIO - PAESAGGIO COME EMOZIONE E NARRAZIONE XV edizione del Festival del paesaggio agrario 2023
Una rinnovata considerazione del paesaggio dal punto di vista teorico e critico
Alle origini del rapporto che il poeta moderno stabilisce con il paesaggio è inevitabile un riferimento a Giacomo Leopardi. Con lui, infatti, il rapporto al paesaggio acquista una radicalità tale, da mettere in crisi ogni ipotesi di un equilibrio in qualche modo felice tra soggetto e oggetto
L’esperienza del paesaggio, per come s’impone da Leopardi sino a Montale, a Ponge o a Zanzotto, ha una funzione in qualche modo istitutiva dell’espressione poetica, ne costituisce una sorta di precondizione d’ordine sia conoscitivo che estetico.
La tematica del paesaggio permette d’interrogare in modo fecondo i possibili rapporti tra testo poetico e realtà: indagando i mutamenti che riguardano le diverse e inedite forme di figurazione del paesaggio, risulta infatti chiaro come un versante della poesia contemporanea in Italia privilegi una riflessione sulle convenzioni di genere e sulle strutture linguistiche che stanno alla base di ogni figurazione poetica. Più in generale, è l’idea stessa di un accesso alla realtà da parte di un soggetto consapevole e in grado di valorizzare in modo espressivo i propri affetti ad apparire problematica.
Questo atteggiamento impedisce di considerare la poesia come una forma di re-incantamento del mondo e mostra un’acuta consapevolezza dei condizionamenti linguistici e ideologici che di quel mondo determinano l’immagine, anche se all’interno di ambiti ristretti come quello della scrittura letteraria.
Alcune componenti fondamentali del paesaggio sono diventate i segni e le rappresentazioni che ogni individuo è sollecitato a produrre in prima persona, ridisegnando il mondo a sua immagine e somiglianza attraverso i media digitali di ampia diffusione.
il XXI secolo confronta le scritture poetiche con lo scandalo dell’irrealtà crescente dei paesaggi storico-sociali, e con la perdita di ogni residua alterità del mondo rispetto alla potente macchina di mercificazione della società capitalistica. La poesia, allora, può essere sì un prezioso strumento di rilevazione della realtà, ma in “negativo”, mostrando l’inadeguatezza dei nostri discorsi e delle nostre narrazioni e tenendo vivi la nostalgia e il desiderio di reale.
Valorizzareil prezioso legame che intercorre tra la produzione letteraria di alcuni dei principali autori italiani e le bellezze paesaggistiche che costituirono la fonte di ispirazione, il luogo di ambientazione o almeno il contesto concomitante alla creazione delle loro opere: tale appare, in sintesi, il principio fondante da cui hanno tratto origine i cosiddetti parchi letterari oggi sempre più diffusi in tutto il territorio della nostra penisola (rif. Convenzione Europea del Paesaggio, Piano d’azione per il turismo sostenibile elaborato a Johannesburg nel 2002 e le varie direttive Unesco finalizzate alla salvaguardia e alla fruizione consapevole del patrimonio culturale e paesaggistico).
I parchi letterari, nominativamente dedicati a singoli protagonisti della tradizione letteraria nazionale, mirano a fornire ai visitatori una duplice preziosissima chiave di lettura finalizzata da un lato a stimolare una più approfondita comprensione dell’opera dei vari autori, e dall’altro capace di suscitare un approccio inedito ed originale allasingolarità dei paesaggi e dei contesti naturali, consentendo di osservarli con lo sguardo del poeta o scrittore che li ha abitati e descritti.
Come si è evoluto il rapporto tra uomo e ambiente nella tradizione poetica italiana?
il rapporto tra uomo e ambiente muove da una tradizionale visione antropocentrica, che nei diversi secoli assume forme e contenuti diversi, verso una più complessa prospettiva ecocentrica, che nella nostra tradizione è una conquista essenzialmente leopardiana.
L’ecocriticism si è affermato come campo d’indagine e d’insegnamento negli Stati Uniti nel corso degli anni Novanta del secolo passato, sollecitato dall’istanza di interrogarsi, anche in ambito umanistico, in modo nuovo sulla relazione, sempre più critica, tra l’uomo e l’ambiente naturale.
l’intento etico-pedagogico, che vede nell’opera letteraria uno strumento per la promozione e lo sviluppo di una coscienza ambientale, deve sempre rimanere subordinato a quello storico-ermeneutico, che si propone di interpretare le relazioni fra uomo e natura all’interno del testo letterario, esaminato iuxta propria principia.
Pasolini,Sana’a è una “città-forma”: “Ci rivolgiamo all’UNESCO in nome della scandalosa forza rivoluzionaria del passato”.
il paesaggio è un valore universale: è la stessa universalità dell’opera d’arte, ma più democratica, perché gli artefici non sono individui, bensì collettivi, distribuiti nel flusso della storia e del tempo, a costruire parti di un disegno comune, perché bene comune.
leggere il nuovo art. 9 della Costituzione, riscritto per accogliere, in un’unica cornice culturale, il paesaggio, l’ambiente, gli ecosistemi, la biodiversità.
Partendo da una prospettiva sociologica, il paesaggio è definibile come il punto di vista del soggetto sull’ambiente che lo circonda e cioè sull’ambiente che viene abitato; il paesaggio, dunque, nasce nel momento in cui c’è una forma espressiva in grado di rappresentarlo: in altre parole, non esiste paesaggio senza medium ovvero senza uno strumento che accorpa mitologie, credenze e valori legati a quel territorio e che è in grado di darne una forma strutturata. A tale proposito, è possibile prendere in considerazione l’art.1 della Convenzione Europea del Paesaggio che, nel definirlo, dice: «Il paesaggio è una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.».