10/02/2020
Il bene comune
di Laurana Lajolo - 10/02/2020
Di solito si pone una differenza tra bene comune e bene individuale e anche nell’occasione del virus si è detto questo. Ma io credo, invece, che oggi non ci sia la differenza: i nostri comportamenti di prevenzione individuale sono fatti prima di tutto per il nostro bene e di conseguenza per il bene comune. Non è solo da irresponsabili, ma proprio da stupidi, comportarsi come nei tempi normali, essere insofferenti delle regole imposte, fare i gradassi e convincersi che il virus è solo un’influenza. Ormai è dimostrato che non è così, che la situazione è gravissima e che tutti noi dobbiamo accettare più solitudine e prestare più attenzione a quello che facciamo, perché, ripeto, non si tratta di bene comune, si tratta del bene individuale che diventa il bene di tutti.
Io ho la fortuna di essere una lettrice e di vivere in una casa piena di libri non solo negli scaffali, ma anche appoggiati sul tavolino o sul divano, insomma là dove sto leggendo. A volte non trovo il libro che cerco perché se ne sta silenzioso fuori posto, ma quando lo trova comincia a parlarmi. E’ davvero una fortuna anche in questi giorni di solitudine.
Ieri ho aperto la Bibbia e ho riletto l’”Apocalisse” di Giovanni, che racconta in modo mirabile, coinvolgente e anche impressionante le piaghe che possono essere mandate da Dio agli uomini. Molti libri antichi raccontano le catastrofi e gli antichi erano consapevoli delle possibili tragedie. Noi contemporanei, nonostante le calamità accadano anche oggi, non abbiamo l’attitudine ad accettare il disastro che capita a noi e tentiamo di sfuggirvi in modo irrazionale. Ma non è questa la scelta giusta per noi e per gli altri.