01/09/2016
Centro/periferia
La Stampa 1/09/2016
Centro/periferia: una volta la distinzione era netta sia per le funzioni che per la vita sociale. Ora il centro città è il luogo dell’intrattenimento e delle manifestazioni mentre sono socialmente più vivi i quartieri, non solo per i centri commerciali che attraggono molti acquirenti e un pubblico che passa lì il tempo libero, ma anche per una rete di negozi più o meno specializzati che danno vita alla strada principale di attraversamento. La città va dunque ripensata anche nelle funzioni che il centro storico tradizionalmente svolgeva e seppure è ancora interessante il progetto del Centro commerciale naturale (ma si farà?), sarà sempre più difficile riportare il centro al suo ruolo nevralgico. Sempre di più il turista straniero, che sceglie i “piccoli” centri italiani, vuole vivere un’atmosfera che manca nelle megalopoli o nella storia di un Paese come gli USA, in cui sono inesistenti le piazze. Perché non valorizzare i percorsi tra le nove piazze storiche che hanno costruito nel corso del tempo l’identità del nostro centro cittadino? Non possiamo proporre monumenti pregevoli dove solo i bar sono punti vitali e non incrementare negozi qualificati, la “bottega” insomma. Il centro non rivivrà con i parcheggi più o meno sotterranei o con un’enoteca, ma se saprà raccontare una storia antica e contemporanea, se saprà rappresentare il modo di vivere della città.