22/09/2017
I nuovi italiani
La Stampa 22/09/2017
È stato un errore intestare come “ius soli” il disegno di legge che dovrebbe riconoscere la cittadinanza italiana a ragazzi stranieri già residenti, perché in realtà la legge non prevede che chi nasce in Italia automaticamente sia cittadino come invece accade negli USA. La proposta prevede invece un percorso compiuto di istruzione e di integrazione e poi la concessione della cittadinanza. Quella dizione ha creato fraintendimenti e anche polemiche pretestuose confondendo con la condizione dei rifugiati il diritto a ragazzi che frequentano regolarmente le scuole italiane di essere riconosciuti come appartenenti a una comunità, che è la loro sia per lingua che per cultura acquisita. Oggi non godono delle opportunità dei loro compagni di scuola italiani. Quindi opportunamente un gruppo di educatori e di insegnanti hanno lanciato un appello per la legge ius culturae, a cui hanno aderito molti astigiani. In tempi in cui il razzismo strisciante o dichiarato di certa propaganda politica si sta diffondendo nell’opinione pubblica, creando allarme e disinformazione, va saputo, come dicono i docenti firmatari, che sono 800.000 bambini e ragazzi figli di immigrati che, pur frequentando le scuole con i compagni italiani, devono attendere fino a 18 anni per chiedere la cittadinanza senza avere la certezza di avere quel diritto. Eppure vivono qui e sono di fatto i “nuovi” italiani.