16/03/2018
Contratto di un mese
La Stampa 16/03/2018
Stavo camminando verso la stazione, senza fretta, assaporando una giornata di primavera, una breve parentesi nella settimana di brutto tempo e pensando che presto fioriranno le violette, quando il mio sguardo è stato attratto dalle vetrine di un’agenzia interinale con offerte di lavoro. Ho cominciato a leggere: c’erano mansioni definite in inglese per le commesse, qualche ricerca di saldatore o di segretaria di comprovata esperienza. Mi sono detta: allora è vero che c’è il lavoro in città, e ho letto con più attenzione. Accanto a me c’era un ragazzo che stava prendendo nota di qualche offerta. Ma quale offerta? Contratto di un mese, prorogabile. Nonostante tenti di essere aggiornata su ciò che accade e sia sempre curiosa di capire il destino dei giovani, sono rimasta decisamente sorpresa dal dato di quel contratto. Cosa significa per un giovane o un disoccupato di una certa età essere assunto per un mese? Deve sicuramente dimostrare di avere buona volontà, di obbedire al principale, di sorridere al cliente, di ottenere dei risultati in quel breve tratto di tempo per avere la speranza di essere tenuto, forse, per un altro mese. Parlando, poi, con qualcuno che è in cerca di lavoro o ha già accettato il lavoro interinale, questa è la realtà. Al mio rientro a casa ho sentito al TG che l’occupazione è in aumento al Nord e mi sono chiesta: con i contratti di un mese?