13/04/2018
Una notte al pronto soccorso
La Stampa 13/04/2018
Una sera, che poi è diventata una notte, al pronto soccorso. Molto lavoro per medici e infermieri e lunghe attese, cioè ordinaria amministrazione per il personale, ma situazione eccezionale per il paziente nervoso o rassegnato o molto sofferente e in attesa di ricovero. In mezzo alla “società di malati” si crea anche un po’ di solidarietà, di attenzione per l’altro, in mezzo alle lamentele che il personale è scarso rispetto alle esigenze. Il pronto soccorso dell’Ospedale Massaia funziona ormai per tutta la provincia e alla sera è l’unico presidio sanitario in cui essere visitati e assistiti. Anche quella sera, a seconda dei codici assegnati all’accettazione, c’erano lunghe liste d’attesa. Qualche parente era ancora più insofferente del paziente, preoccupato che il congiunto ricevesse le cure. Gli infermieri e gli inservienti passavano, controllavano le flebo, rispondevano alla domanda, sempre quella: quando è il mio turno?, a volte in modo vago, a volte indicando un numero di persone che precedevano. Alle 22 il cambio di turno del personale. Poi, dopo ore, finalmente la visita del medico, in servizio per dodici ore dalle 20 alle 8 del mattino, che deve essere sempre attento a non commettere errori negli accertamenti e nelle diagnosi. Ordinaria amministrazione, appunto, ma situazione eccezionale (almeno si spera) per chi quella sera è il paziente, di nome e di fatto.