30/04/2022
Asilo nido e ius culturae
La Stampa 30/04/2022
La mia attenzione è stata attratta dall’avviso per le iscrizioni affisso alla cancellata di un asilo nido comunale, scritto in italiano, arabo, inglese, francese. Ottima comunicazione per tutti i genitori, visto che siamo una società multietnica.
I bambini figli di stranieri sono i nostri nuovi concittadini, come gli allievi della scuola dell’obbligo e gli studenti delle superiori, i lavoratori e le persone che espletano attività di cura ai nostri concittadini. Sono presenze necessarie nell’organizzazione attuale della nostra società e anche allo sviluppo della città, portando energie giovani.
Gli astigiani, nonostante certe prese di posizione, sono in grado di integrare migranti italiani e stranieri: negli anni ’70 e ‘80 le famiglie meridionali, negli anni ’90 gli albanesi, poi i rumeni, i cinesi e così via. Nei dati dell’anagrafe si contano numerose etnie in città e, salvo pochi casi di delinquenza e di disagio non solo di immigrati, la convivenza è un dato di fatto acquisito, che dovrebbe comunque essere più supportata da adeguati servizi comunali di quartiere.
L’integrazione inizia nella scuola e si concretizza con il lavoro, ma il Parlamento tarda colpevolmente a riconoscere lo ius culturae ai ragazzi che hanno compiuto il corso di studi in Italia, che parlano l’italiano meglio della lingua d’origine della famiglia e che si formano con i contenuti della nostra cultura. In una stagione di riconoscimento dei diritti individuali ci manca ancora questo diritto per i nuovi cittadini.
La convivenza consiste nel rispetto reciproco, quindi anche nel godimento degli stessi diritti.