09/12/2023
La natura morta di caravaggio
La Stampa 9 dicembre 2023
Ho visitato la mostra “Caravaggio”, impostata secondo una modalità didascalica da “sfogliare” come un libro. Al piano terreno le nature morte di pittori seicenteschi sono presentate cogliendo l’impaginazione di forme e colori, le allegorie, l’origine stilistica, le richieste dei committenti. Le indicazioni interpretative dello storico dell’arte Costantino D’Orazio, curatore della mostra, sono essenziali per capire il percorso. Mi sono ritornate alla mente le lezioni della professoressa di storia dell’arte, che, alla Pinacoteca di Brera di Milano, ci illustrava un’opera per spiegare l’arte di un’epoca e insegnare la “lettura” strutturale del quadro. I dipinti con fiori sono corredati da pannelli, che, come in un gioco, raccontano le simbologie. Una sezione descrive e espone la composizione dei colori. La sala immersiva è curiosa. Al primo piano ho ammirato “La canestra”, un’opera dai colori sfumati, singolare nella produzione di Caravaggio, genio della luce, dipinta per compiacere il cardinale Borromeo, che inserì quella natura morta nella sua collezione di immagini sacre. Un video molto efficace spiega i particolari che compongono il quadro, dal limone con rugiada alla mela bacata e alla luce sulle foglie, che scandiscono il tempo della vita. Si dice che dovrebbe arrivare un’altra opera importante di Caravaggio. Quindi ho percorso le altre sale espositive di Palazzo Mazzetti per ritrovare il quadro di Cristo sulla riva del Borbore, le pale del Maestro di San Martino Alfieri e gli sfarzi dorati del palazzo settecentesco. Con me, in una mattina feriale, alcuni visitatori, nonostante il prezzo del biglietto sia elevato anche per le scuole.