27/01/2025
L'insegnamento della Shoah
La Stampa, 25 gennaio 2025
La giornata della memoria della Shoah è importante per ricordare l’aberrazione nazista e fascista di annientamento del popolo ebraico in Europa, ma anche per conoscere le fasi della sua attuazione seguite dal potere totalitario: singoli provvedimenti legislativi, campagne di stampa, che alimentavano i pregiudizi, e il censimento delle famiglie ebree.
Prestare attenzione ai singoli passaggi, con cui si è ideologizzato e attuato quel crimine contro l’umanità, significa capire anche provvedimenti inquietanti attuali per limitare i diritti.
In Italia le leggi razziali, che hanno privato dei diritti di cittadinanza e di partecipazione cittadini in quanto ebrei, sono la conseguenza del razzismo propugnato con le guerre coloniali, che esaltava la sottomissione delle popolazioni africane “incivili”, e della propaganda di regime, che sosteneva la
purezza della razza, ma anche con pratiche burocratiche e provvedimenti legislativi precedenti di esclusione degli ebrei.
In un primo tempo la dittatura fascista ha imprigionato gli avversari politici e richiesto la tessera obbligatoria per i dipendenti pubblici, e, poi, nel 1938, Mussolini, con l’avallo del re, ha varato nelle leggi razziali la "normativa antiebraica sui beni e sul lavoro", ovvero la spoliazione dei beni degli ebrei italiani. I dati burocratici precedentemente raccolti sugli ebrei hanno facilitato gli elenchi dei
deportati.
Come spiega Hannah Arendt nel libro La banalità del male, passaggi che sembrano ininfluenti possono portare alla “soluzione finale”. Anche in un sistema democratico, interventi legislativi settoriali e singoli provvedimenti che limitano i diritti, possono ledere principi fondamentali.