18/02/2011
Astiteatro è morto
Pubblicato su "La Stampa"
Ero assessore alla cultura quando è nato Astiteatro, un festival che ha fatto sempre discutere. Ho partecipato agli inevitabili dibattiti ad ogni scadenza fino a qualche anno fa, quando l’agonia della manifestazione si è fatta palese. Allora, per affetto e rispetto verso una creatura che avevo contribuito a far nascere, sono stata zitta ad attendere la fine, che è arrivata. Questa trentunesima edizione non dovrebbe più portare il nome di Astiteatro, è altra cosa, è intrattenimento e speriamo che intercetti il suo pubblico, è vetrina della produzione locale e speriamo che ci siano spettacoli interessanti. Ma non è più Astiteatro e il direttore, che ha sempre considerato il festival una sua proprietà, dovrebbe prendere atto che l’esperienza è finita e concludere dignitosamente, insieme alla sua carriera in Comune, una storia teatrale, che ha avuto, nei tempi migliori, una rilevanza nazionale e una formula originale. Non bisogna tenere in piedi un cadavere, è più dignitoso fare un bilancio critico delle varie edizioni del festival e non rovinare l’intera storia della manifestazione con questa piccola e breve rassegna. In questo caso si potrebbe anche risparmiare sul budget e calibrarlo sulla rilevanza degli incontri programmati, evitando spese eccedenti di organizzazione e di promozione.
(30 maggio 2009)