10/06/2016
Inaugurazione 19 giugno, ore 16 IL BOSCO INCANTATO.
Comunicato stampa
VINCHIO, BRICCO DI MONTE DEL MARE, 19 GIUGNO 0RE 16
Itinerario letterario Davide Lajolo Il Mare Verde
Festival del paesaggio agrario VIII edizione, II incontro
“Mio padre mi ha insegnato ad amare la natura e la poesia, mia madre a ricordare le radici contadine della sua famiglia, che sono al Bricco di Monte del mare, ora spazio pubblico dell’Itinerario letterario di Davide Lajolo “Il mare verde” e così, operando una “reinvenzione” del luogo, ho ideato“Il Bosco incantato”. Laurana Lajolo invita tutti all’inaugurazione domenica 19 giugno alle ore 16.
Il “Bosco incantato” è un progetto realizzato dall’Associazione culturale Davide Lajolo a cura degli architetti Fabrizio Aimar e Marco Pesce da un’idea di Laurana Lajolo per la riqualificazione naturalistica e letteraria del Bricco di Monte del Mare – Itinerario letterario di Davide Lajolo “Il mare verde” - nella Riserva naturale della Valsarmassa (Vinchio, Via Cortiglione) al fine di migliorare la conservazione e la fruizione del bosco, riproducendo anche antiche funzioni che ricordano l’antica e recente storia di quel bosco. L’area è data in gestione dal Parco Paleontologico Astigiano.
Il Bricco di Monte del mare conserva tracce preistoriche, memorie, miti, leggende, natura e poesia. La realizzazione del progetto ha coinvolto alcuni studenti della III CAT IIS “Pellati” di Nizza Monf.to e del Faberlab dell’IIS Castigliano di Asti.
Il programma del 19 giugno si aprirà alle 16 con un racconto tratto da Catterina di Laurana Lajolo a cura di Mariangela Santi, seguono i saluti di Gianfranco Miroglio, presidente Parco Paleontogico Astigiano, Roberto Cerrato, direttore Associazione Paesaggi Vitivinicoli Langhe-Roero e Monferrato, Andrea Laiolo, sindaco di Vinchio, Cristiano Fornaro, sindaco di Vaglio Serra. Quindi gli arch. Fabrizio Aimar e Marco Pesce e Laurana Lajolo presentano l’idea e i lavori seguiti dal commento degli studenti che vi hanno preso parte.
Saranno gli allievi della Scuola secondaria di primo grado “C.A. Dalla Chiesa” di Nizza Monf. a guidare i partecipanti alla scoperta del sentiero con letture e concerto “Il bosco sonoro”.
Alle 17.30 Antonio Catalano presenta il suo ultimo lavoro “Ammalarsi di meraviglie. 4 passi. Piccole passeggiate per sgranchirsi” e a lui verrà consegnato il "Premio Davide Lajolo – Il ramarro” 2016 Chiuderanno la giornata “Le masche” di Mariangela Santi.
Sul palcoscenico naturale del bricco è stato predisposto il “Giardino delle farfalle” per ricordare che Rosetta Lajolo, prima di andarsene, ha detto alla nipote Valentina che sarebbe tornata tutti gli anni con i fiori e le farfalle. Sul lato del Casotto in fronte al giardino la scultura “Colomba bianca” di Piero Oldano fa riferimento al simbolo caro a Davide Lajolo nel suo libro “Veder l’erba dalla parte delle radici”. E sempre Piero Oldano ha realizzato la “Balenottera della Valsarmassa” per rievocare il mare preistorico. Gli architetti torinesi Mariagrazia Abbaldo e Paolo Albertelli hanno donato una preziosa vigna in corten intitolata “Finfret”. Fabienne Vigna e Luciano Ghione sono gli autori della mostra fotografica “Il palpito della terra”. Nel Casotto, monumento rurale del Bricco, i pannelli realizzati da Faberlab IIS Castigliano propongono “Il ciclo della vite e del vino”, e “Le stagioni della campagna” con le foto di Fabienne Vigna e Luciano Ghione sono descritte da Davide Lajolo. Nell’armadio a muro sono collocate le fotografie delle diverse generazioni dei proprietari del luogo e una botticella contiene alcune poesie. Si invitano i partecipanti a portare con sé la loro poesia preferita.
Lungo il sentiero del bosco vi sono quattro percorsi tematici: “Alberi di Memoria” dedicati a coloro che hanno vissuto e lavorato sul Bricco di Monte del Mare, il “Percorso naturalistico” culturale e didattico con raffigurazioni di uccelli del bosco e nidi – LIPU, “Gocce di poesia” in dialogo con gli alberi, “Luoghi di contemplazione”.
La festa dell’inaugurazione si chiude con l’ospitalità contadina dell’azienda agricola Severo Laiolo. Tutti sono invitati. La partecipazione è gratuita.
Info: www.davidelajolo.it. info@davidelajolo.it, 348.7336160.
LAURANA LAJOLO:
“Ho costruito nella mia immaginazione un “Bosco incantato”, che portasse in sé la memoria della millenaria storia del luogo, dal mare preistorico al bosco di castagni alla vigna e poi di nuovo al bosco, e che valorizzasse il senso di luogo culturale essendo la meta dell’Itinerario letterario di Davide Lajolo“Il mare verde” e mio padre era molto affezionato al Bricco.
Ho tentato di spiegare la mia idea a due amici architetti, Fabrizio Aimar e Marco Pesce, perché progettassero l’habitat del “Bosco incantato”. Abbiamo cercato insieme di dare corpo alle mie sensazioni e ricordi, di comunicarli a visitatori ignari, a rendere fruibile il luogo con tutte le sue diverse identità attraverso soluzioni innovative ma minimali, per lasciare libero il respiro della terra. Gli amici hanno avuto molta pazienza e molta sensibilità nel seguire la mia immaginazione, che cresceva a contatto della loro concretezza operativa, assistita dalla competenza naturalistica del guardaparco Francesco Ravetti.
L’idea e il progetto sono stati condivisi e l’entusiasmo ha contagiato altri: Piero Oldano artista-artigiano, che ha materializzato simboli atavici e letterari, un gruppo di studenti dell’Istituto “N. Pellati” di Nizza Monferrato hanno fatto un’esperienza creativa, Faberlab dell’Istituto Castigliano ha costruito la storia della vigna e del vino, il giardiniere Marvataj Shiqer, il grafico Antonello Catalano ha lavorato ai pannelli, Fabienne Vigna e Luciano Ghione con le loro foto scattate per la mostra “Il palpito della terra. Emozioni dalle parole di uno scrittore”, la LIPU che ha collocato i nidi per gli uccelli del bosco. Gli architetti torinesi Mariagrazia Abbaldo e Paolo Albertelli hanno donato una preziosa scultura in corten “Finfret”.
Abbiamo lavorato in tanti, con passione, intensamente, consapevoli che il progetto continuerà nel tempo perché la natura è in continua trasformazione come il ciclo delle stagioni e gli alberi. Il “Bosco incantato” non è un museo, è un luogo naturale che ispira poesia. L’incedere lento di una camminata nel bosco è pieno di sorprese, si può ritrovare il ritmo naturale del respiro ed entrare in armonia con la natura e con la poesia.”
MARCO PESCE, architetto progettista
“Il bricco di Monte del Mare è un luogo davvero speciale, magico, perfetto nella sua naturalità: i suoni, gli odori, i colori, i contrasti di luce ed ombra, le piste degli animali nel bosco sono spunti di progetto e allo stesso tempo vincoli da rispettare. Occorreva però trovare una chiave di lettura per tradurre gli input poetici di Laurana in immagini visive, i suoi percorsi mentali in sentieri reali costituiti da impronte, oggetti, immagini, scritte. Era necessario in sostanza “attrezzare” il luogo in modo che potesse parlare, ma in silenzio, predisponendo il fruitore all’ascolto: del canto degli uccelli, del suono del vento, di sé stesso.
Un intervento estremamente sottile, quindi, minimalistico, quasi assente; tracce, segni leggeri a sottendere, suggerire, sussurrare le storie narrate dalla proprietaria: racconti che descrivono antichi mari e recenti conflitti, vigne e boschi, animali e (soprattutto) persone legate alla propria terra e ai propri valori.
La riqualificazione naturalistica di Bricco Monte del Mare – Itinerario letterario Davide Lajolo “Il mareverde” ha utilizzato il linguaggio del racconto per consentire il miglioramento della conservazione e della fruizione del bosco, riproducendo antiche funzioni che ricordano la storia della vigna antecedente all’impianto dell’attuale pineta. Il progetto si è molto modificato nel tempo, si è asciugato, ripulito: è stato volutamente lasciato non completo, aperto, modificabile ed implementabile nel tempo”.
FABRIZIO AIMAR, achitetto progettista
“Per accezione, un bosco è qualcosa di ancestrale e, dunque, atemporale. Esso si colloca al di fuori della dimensione canonica del tempo, il cui paesaggio è dato dall’insieme di stimoli visivi e sonori come il canto dei suoi uccellini, melodia e punteggiatura dello scenario circostante. Un’oasi, dunque, che sappia anche essere emozionale per le proprietà intrinseche che esso possiede così come quelle aggiunte. Il fine è la riaffermazione di un ritmo di vita maggiormente conciliabile con il proprio essere, in cui la presa di coscienza del proprio tempo passa attraverso l’armonia di sentirsi parte della natura e sua complice. Una sorta di serenità riconquistata da contrapporre alle burrasche emotive che la vita quotidianamente impone, nelle scelte lavorative e relazionali. Alberi, arbusti e zone a prato si alternano vicendevolmente creando zone d'ombra a spazi solatii, permettendo di creare paragoni tra l'evoluzione della vegetazione durante il corso delle stagioni e i cicli interiorie psichici dell’individuo. Immediati anche i riscontri sull’organismo, Il verde è terapeutico, è ecoterapia”.