19/05/2024
Marino Mazzacurati Omaggio a Delacroix e a Gericault
Orari 10.30-12.30, 15-30-17.30
Marino Mazzacurati Omaggio a Delacroix e a Gericault,
19 maggio Art ‘900 Collezione Davide Lajolo Palazzo Crova.
Orari 10.30-12.30, 15-30-17.30
Per visite rivolgersi a IAT Ufficio Turismo Nizza Monferrato, piazza Martiri di Alessandria tel. 0141.441565
L’esposizione dei tre quadri diMarino Mazzacurati Omaggio a Gericault Lotta contro il drago;Omaggio a Delacroix;Cavalli è riservata alla sola giornata di domenica 19 maggio.
È un’occasione imperdibile per ammirare l’ispirazione che Mazzacurati trae dalle opere di due maestri della pittura romantica ottocentesca francese Theodore Gericault e Eugene Delacroix.
L’artista emiliano (1907-1969), soggiornando a Parigi negli anni della sua formazione, è rimasto affascinato dall’opera La zattera della medusa che Gericault dipinse nel 1819-9 dopo il tragico naufragio della fregata francese Meduse e dalla grande tela La Libertà che guida il popolo che Delacroix dipinse dopo l’insurrezione borghese del 1830, esposte al Museo del Louvre.
Riprendendo la composizione piramidale e la dinamica della scena dei due quadri, Mazzacurati rappresenta inOmaggio a Gericault Lotta contro il dragocon pennellate rapide dense di colori forti la violenza animalesca dello scontro tra tori.
Raffigura nel disegno a china Cavalli la vemenza degli animali al galoppo.
InA Delacroix plasma l’incrocio del movimento turbinoso tra cavaliere, cavalli e draghi anima la scena, evidenziando la sua potenza di scultore.
Le opere sono di proprietà privata e mai esposte al pubblico.
Nella Collezione Art ‘900 è esposto in modo permanente l’acquaforte Eccidio partigiano.
Davide Lajolo ha dedicato all’amico artista, dopo la sua morte, il volume Gli uomini dell’arcobaleno (a disposizione in Collezione) e lo descrive così: “Mazzacurati ha un fisico d’atleta, ma un bel viso fiero, come quelli che si vedono ritratti ni suoi monumenti più importanti, un volto più greco che romano. I suoi occhi erano un nido d’amicizia con i riflessi del cielo quando è completamente azzurro, i denti splendevano bianchissimi e la testa di capelli parevano incoronarlo”.
Renato Marino Mazzacurati (Galliera, 1907 – Parma, 1969), uno dei più importanti artista del ‘900, ha fatto parte della Scuola Romanacon Corrado Cagli, Scipione, Mafai e altri che hanno segnato la storia dell’arte italiana. Mazzacurati frequenta la Scuola libera del nudo dell’Accademia di belle arti di Venezia. Nel 1925 va a Roma dove frequenta la Scuola libera del nudo e gli artisti Scipione, Mario Mafai e Antonietta Raphaël, Corrado Cagli. Sente l’influenza dei paesaggi di Carlo Carrà e delle opere di Arturo Martini. 1928 si stabilì a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, dove dipinse paesaggi e contadini della Bassa reggiana, e fece ritratti. A Gualtieri incontra Antonio Ligabue che incoraggia a dipingere. A Parigi sente l’influenza nella sua produzione pittorica, di Rodin, Matisse e Picasso le mentre le sculture sono caratterizzate da un espressionismo che forza la struttura fisica fino al grottesco. Nel 1938 si stabilisce a Roma e comincia a partecipare a molte mostre collettive con dipinti e sculture. Durante la guerra prende contatti con i gruppi antifascisti e fa alcuni disegni sugli orrori della guerra, che espone nell’agosto 1944 nella mostra collettiva «Arte contro la barbarie». interpreta con originalità il neorealismo, a cui si avvicina anche per il suo impegno politico, che esprime nei monumenti celebrativi della Resistenza di Parma (1964), di Mantova (1969), di Napoli. Partecipa alla Biennale di Venezia e si afferma in campo nazionale e internazionale.
Sul catalogo della sua prima mostra antologica a Roma (1962) Mazzacurati scrive: “Qualche volta, per mia ostinazione a rifiutare l’unilateralità dei mezzi di espressione, sono stato accusato di eclettismo. È una accusa che non mi spaventa: la cultura può essere eclettica, l’ignoranza mai. Ma voglio difendermi.
Ognuno di noi ha una lunga esperienza storica ed è questa che determina il suo atteggiamento di fronte agli eventi. Ogni evento colpisce in noi certi valori profondi dell’esperienza storica, dall’esperienza classica o da quella romantica, dai ricordi più arcaici o dalle utopistiche previsioni.
Con questo argomento spiego a me stesso il “mistero” di un Mazzacurati ora espressionista, ora realista, ora astratto”.