12/02/2006
Socrate e gli altri
Laurana Lajolo
Titolo: Socrate e gli altri. Racconti di gatti, cani e casi della vita
Autore:
Editore: Araba Fenice
Data di Pubblicazione: Febbraio 2006
ISBN: 8886771584
ISBN-13: 9788886771580
Pagine: 176
“I cani e i gatti assomigliano ai padroni. O viceversa? Sono convinta che umani e animali si scelgono per una sensazione istintiva e sottile, che è inspiegabile ma molto forte e concreta”. Così era solita dire Luce, l’amica dei cani e dei gatti
Il suo nome richiamava, nel senso poetico della parola, la luce del sole, della luna e anche del mare. Luce era nata in un città adriatica e, da bambina, la madre le aveva raccontato la favola che l’aveva trovata sotto uno scoglio e non semplicemente sotto un cavolo, come si spiegava allora la nascita ai bambini. E quella favola la fece sentire speciale.
Da adolescente riempì la sua immaginazione di grandi idee e diventò una donna attiva ed entusiasta, a volte impaziente di vedere realizzati i sogni. Soltanto con la maturità, attraverso la rete fitta delle vicende buone e cattive della vita, conquistò un suo modo di essere saggia, avendo imparato molto dal comportamento degli animali che erano stati i compagni di tutta la sua esistenza.
Luce appariva agli altri controllata e severa, ma con i cani e i gatti diventava espansiva e gioiosa, accogliendo il loro calore e la loro tenerezza. A loro rivelava la sua parte nascosta, quella emotiva, dolce ed affettuosa che poteva comunicare senza parole.
Gli umani l’avevano spesso delusa, ma i cani e i gatti non l’avevano mai tradita e lei aveva stabilito con loro un rapporto schietto, alla pari. Non le piaceva fare la padrona, imporre comandi e tanto meno esercitare la violenza del più forte sul più debole, anche se come una buona madre li educava reprimendo le loro intemperanze.
Luce viveva con i suoi animali un feeling dolce e profondo, dando e ricevendo allegria e consolazione, senza infingimenti, perché gli animali captavano istintivamente il suo stato d’animo e non sapevano dire bugie.
Lei scelse i suoi amici animali sempre per elezione, anche quando li incontrò per caso e imparò da loro che i sentimenti non erano espressi in modo adeguato soltanto con le parole, ma anche con gesti, movenze del corpo, espressioni e modulazioni della voce.
Luce osservava anche i cani e i gatti altrui per cogliere particolari non palesi delle personalità dei padroni, un gioco che la intrigava e che le forniva ottimi spunti di conoscenza e di valutazione umana.
Nessuno dei suoi cani e dei suoi gatti fu simile agli altri, ciascuno ebbe la sua personalità, quasi a segnare e ad interpretare i cambiamenti dei suoi comportamenti e dei suoi sentimenti dall’infanzia alla maturità. E quando Luce cominciò a cercare il senso della sua esistenza anche attraverso le parole scritte, le venne naturale scrivere le storie degli animali che si erano strettamente intrecciate con i casi della sua vita.