28/02/2022
Il deserto
Centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini
Proponiamo frammenti del rapporto di amicizia tra Davide Lajolo e Pier Paolo Pasolini, ripubblicando una poesia giovanile di Pasolini, pubblicata in un libro curato da Davide Lajolo e Giuseppe Ungaretti
• Il giovane Pasolini partecipò nel 1948 al Premio Saint Vincent 1948. La giuria era composta da Giuseppe Ungaretti, Natalia Ginzburg, Piero Bargellini, Elio Vittorini, G. Titta Rosa, Lorenzo Bonfantini e Davide Lajolo, che ha curato con Giuseppe Ungaretti la pubblicazione del volume di Mondadori, collana Lo specchio, I poeti scelti.
Hanno partecipato al Premio molti giovani autori come Maria Luisa Spaziani e Andrea Camilleri, accanto a poeti affermati come Alfonso Gatto e Sergio Solmi, che risultano vincitori.
Così si presenta alla giuria Pier Paolo Pasolini: “E’ nato a Bologna nel 1922. Risiede a Casarsa. Nel ’42 ha pubblicato Poesie a Casarsa, un volumetto di versi friulani, e nel ’45 si è laureato in lettere a Bologna con una tesi sul Pascoli. Dal ’43 vive a Casarsa nella casa materna, dove del resto aveva trascorso tutte le estati della sua fanciullezza e della sua adolescenza”.
Quando la notte senza dignità
fa del mio corpo un fiore discosto,
voi, o Presenti, in assurde assenze
di spazi trasvolate, ma non senza
aver fatto intorno a voi un fosco
nudo deserto: dove resto solo.
Gruppi di statue, interni, sequenze
di volti, sono sparsi su quel suolo
d’oltretomba; e quei vestigi elissi
incutono nel reo che li visita
equivoci terrori, dolci proroghe.
Libero, io percorro quel Museo.
Con la mia innocenza placo i visi
seri dei Guardiani e, celibe Orfeo,
rido e mi atterrisco da fanciullo.
Ecco nel cuore del deserto il brullo
marmo della latrina che vedevo
farsi tempietto in un mio vecchio sogno.
Vi entravo: ed era un greve cielo azzurro
nel petto ingenuo, la vinta vergogna…
Non ero solo, morivo d’abbandono...
Uno si volse… Sento ancora il tuono
della pistola, il tanfo della fogna.
La latrina fu un tempio, aperto ai vostri
sguardi: non certo sguardi di perdono.
Pier Paolo Pasolini