26/05/2023
LABORATORI PER NUOVI NARRATORI DEL PAESAGGIO
PAESAGGIO COME EMOZIONE E NARRAZIONE XV edizione del Festival del paesaggio agrario 2023
Siamo alla XV edizione del Festival del paesaggio agrario, che ha prodotto SEMI alcuni coltivati nelle varie edizioni, altri esportati e trapiantati in contesti diversi, creando nuove opportunità e consapevolezze.
D’accordo con il direttore Roberto Cerrato, abbiamo intitolato la quindicesima edizione del Festival del paesaggio agrario PAESAGGIO COME EMOZIONE E NARRAZIONE, ponendo l’accento sulla formazione di “Nuovi narratori di paesaggio”, di cui oggi abbiamo i primi risultati di progetti didattici e di laboratori.
Il paesaggio ecosistema
A fronte degli effetti dei cambiamenti climatici e del disastro ecologico che stiamo vivendo, tenuto conto della fragilità del nostro territorio collinare, ci dobbiamo ricordare che il paesaggio è un ecosistema complesso multifunzionale di ambiente, coltivazione e produzione, azioni umane, stratificazioni geologiche e componenti culturali e simboliche, come insegnano l‘art. 9 della Costituzione e la Convenzione europea del paesaggio.
E proprio come ecosistema il paesaggio va tutelato da cementificazione e anche da coltivazioni intensive e incolti, e valorizzato, anche in considerazione dell’attuale sviluppo turistico, per ristabilire l’armonia tra noi e la natura secondo le indicazioni del riconoscimento UNESCO di patrimonio dell’Umanità.
Le vigne sono, infatti, opera d’arte degli agricoltori, magnifico esempio di collaborazione tra lavoro umano e natura. Il paesaggio lavorato vive, quindi, unitamente alla comunità che lo abita, lo lavora e lo racconta nell’interdipendenza tra uomo e natura.
Come richiama la comune radice etimologica di “paese” e “paesaggio”, l’ECOSISTEMA PAESAGGIO è composto anche dagli agglomerati dei paesi e dalle tipologie delle case, che devono essere conservati nel loro impianto tradizionale di memoria di identità, con adeguati restauri e attente riqualificazioni, evitando interventi edilizi impattanti e arredi urbani omologanti a pseudo villaggi turistici.
Il riconoscimento UNESCO descrive il panorama dellecolline ben coltivate in cui sono riconoscibili le antiche divisioni di proprietà con costruzioni che caratterizzano la visuale spaziale: villaggi sulla cima delle colline, castelli, chiese romaniche, cascinali, ciabots, cantine, stabilimenti vinicoli e luoghi di distribuzione commerciale di vini nei paesi ai margini delle vigne. Le diverse caratteristiche architettoniche e storiche degli elementi legati alla produzione vinicola, che rievocano l’arte autentica e antica di fare il vino, si coniugano armonicamente con le qualità estetiche dei paesaggi che rappresentano un archetipo delle vigne europee.
Il nostro è, dunque, un paesaggio sedimentato da millenni di storie e memorie, che plasma il nostro immaginario individuale e collettivo, e l’UNESCO ne ha riconosciuto l’armonia costitutiva.
Armoniaè una bellissima parola che in greco antico significa unione, proporzione, accordo e anche assonanza tra elementi diversi, come intende il filosofo Eraclito. Per Pitagora è un termine musicale e cosmologico, secondo Platone e i filosofi rinascimentali è l’anima del mondo.
Shitag, antico saggio cinese, ha scritto: “Il paesaggio è generato da me / così come io sono generato dal paesaggio”.
In effetti noi siamo formati dal luogo che abitiamo e viviamo e noi stessi, col nostro sguardo, percepiamo e “creiamo” il paesaggio. La narrazione di un territorio, quindi, non è un dato esterno all’ambiente, ma è l’espressione del vissuto umano nel rapporto armonico con la natura.
Nuovi narratori
Ci siamo chiesti, dunque, quale rappresentazione del paesaggio possano dare i giovani, abituati alla mediazione dei social. Sono cambiate le modalità di comunicazione: dal libro allo schermo dello smartphone, attraverso cui si vede non il panorama del luogo, ma solo una porzione, spesso scattata insieme a un selfie, descritta con brevi frasi e emoticon. Ma, al contempo, gli strumenti espressivi attuali possono consentire ai giovani nuove narrazioni di paesaggio così da accrescere le tradizioni culturali che hanno ereditato, il world heritage UNESCO, e trasmetterle.
Il paesaggio vive e mantiene il suo valore materiale e immateriale anche attraverso il modello di ospitalità della nostra terra, che ha saputo nei secoli mescolare popoli, tradizioni, abilità, conoscenze, vocaboli diversi, arricchendo il patrimonio naturale e umano e le pratiche di lavoro.
Oggi lavorano la nostra terra lavoratori provenienti da altri Paesi e i turisti vengono ad abitare le nostre case vuote, vivendo il nostro paesaggio come luogo condiviso e apprezzato e dando nuova vitalità alle comunità.
Il paesaggio è vivo e si trasforma in modo naturale, ma anche e soprattutto per azioni esterne, per questo vanno diffuse le buone pratiche per garantire la sostenibilità dell’intervento umano e la qualità della produzione, recuperando l’antica sapienza del lavoro contadino, che è ancora una guida utile per applicare le nuove tecnologie all’agricoltura.
Il nostro paesaggio è un valore economico e lo sanno bene gli chef e i produttori, che producono ricchezza, ma è anche mito, arte e poesia. Per questo, le parole e le immagini possono concretamente proteggere il paesaggio come luogo di vita necessario alla natura e agli umani in una meravigliosa interdipendenza di creatività.
Scrittori
Fino a che era viva la tradizione del racconto orale dei contadini era conseguente la trasposizione letteraria, poetica, artistica di quella tradizione, come è avvenuto con gli scrittori della seconda metà del ‘900 di Langhe e Monferrato. Pavese ha reso mitica la vigna, Fenoglio ha rappresentato l’arcaica Madre Langa, Lajolo ha trasfuso i suoi sentimenti nelle storie della sua gente e della sua campagna.
Ora, che è cambiato il contesto umano e produttivo, come raccontare l’armonia necessaria tra umani e natura? Come trasmettere emozioni ai visitatori e agli stranieri?
Ogni espressione artistica valorizza e, quindi, protegge il paesaggio. Le parole, le immagini, le musiche non sono estemporanee, ma danno valori simbolici alle vigne e ai vini, agli alberi, ai fiori, agli animali, ai luoghi abitati.
Il nostro è un paesaggio con un importante valore simbolico, e le nuove generazioni sono chiamate a continuare quell’affascinante racconto.
L’ipotesi di chiedere ai giovani di essere i nuovi narratori, parte dalla domanda: come narrare, rappresentare, raccontare oggi il paesaggio nella sua composizione attuale?
Abbiamo un ricco patrimonio di suggestioni culturali, che, insieme alla tradizione dei racconti orali dei contadini e alle leggende e storie del territorio, possono essere di ispirazione per nuove forme di comunicazione.
Proposte di laboratorio
Da queste considerazioni è scaturita la proposta di laboratori sperimentali e progetti didattici interdisciplinari, trasferibili in luoghi diversi, che, attingendo al patrimonio culturale, scientifico e tecnologico, favoriscano l’ESPERIENZA SENSITIVA e EMOZIONALE DEL PAESAGGIO, riconosciuto nella sua IDENTITÀ produttiva, coinvolgendo produttori, operatori turistici, abitanti dei luoghi attraversati.
I moduli dei laboratori possono diventare progetti didattici con l’intervento dei docenti e itinerari turistici organizzati.
Le proposte di LABORATORI di fotografia, di letteratura, di poesia, di teatro e danza, di musica, di arte, guidati da ricercatori scientifici, scrittori, attori, musicisti, artisti, guide naturalistiche e turistiche, storici e esperti del territorio vogliono essere un WORK IN PROGRESS di esplorazione e immersione emozionale nel paesaggio e necessitano di competenze interdisciplinari e diverse forme di collaborazione.
Attraverso le esperienze di dialogo tra arte e natura i giovani narratori possono acquisire competenze per comporre le loro produzioni.
Esperienze
Abbiamo già sperimentato alcuni laboratori molto interessanti.
Gli studenti cinesi dell’Accademia Albertina di Torino, durante uno stage di pittura en plein air sulle colline di Nizza Monferrato, hanno prodotto delle pregevoli opere esposte a Palazzo Crova, contaminando la loro tradizione artistica con le emozioni tratte dai vigneti.
Fabienne Vignaha condotto laboratori di fotografia emotiva rivolto ai ragazzi del CISA Asti sud e visitatori lungo il Percorso dei nidi della Cantina di Vinchio Vaglio Serra e dell’Itinerario letterario di Davide Lajolo “Il mare verde”, molto apprezzato dai partecipanti e seguito da un incontro pubblico di riflessione sulle fotografie scattate.
La performance di danza di Cristian Catto e Ivana Mannone alla Ru, la quercia secolare monumento naturale della Val Sarmassa, che ha interpretato il racconto di Davide Lajolo “Clelia e Ariosto”, è diventata un video, proiettato a Astifilmfestival e ora su You tube.
Su un’idea di Eugenio Carena abbiamo proposto il progetto didattico per nuovi narratori, svolto dagli studenti di due classi dell’IIS Pellati, che presentiamo oggi insieme ad altri lavori della scuola. Gli studenti, guidati dalle loro docenti, hanno letto il racconto “La vigna” di Cesare Pavese e “Questa valle è il mio mare” di Davide Lajolo, hanno visitato i luoghi degli scrittori e con le loro sensibilità sono diventati produttori di narrazioni.
I performers Cristian Catto e Ivana Mannone stanno conducendo il laboratorio “Musical e paesaggio” con un gruppo di ragazzi del Centro diurno Cisa Asti sud, che sperimentano la “contact improvvisation” con il coinvolgimento dei cinque sensi, che induce una connessione profonda con se stessi, con gli altri e con la natura. Il laboratorio si concluderà con uno spettacolo.
Nel corso del 2023-2024sono previsti, sempre in luoghi evocativi, sperimentazioni narrative, performance di danza nel Bosco incantato di Monte del mare (Vaglio Serra), un laboratorio d’arte/residenza nelle vigne zona di eccellenza UNESCO di Vinchio con Spazio Eo, un gruppo di giovani artisti di Asti e il laboratorio di fotografia emotiva nei boschi d’autunno della Riserva della Val Sarmassa. Le ricche suggestioni del poeta e docente Antonio Francesco Lepore proporranno tracce di poesia in luoghi naturalistici e urbani.
Continueremo le visite guidate nella Riserva naturale della Val Sarmassa, festeggiando il trentesimo anniversario dell’istituzione da parte della Regione Piemonte, anche con una pubblicazione.
E altro ancora, insieme alle nostre tradizionali passeggiate lungo gli Itinerari letterari di Davide Lajolo, ispirate ai toponimi e alle storie del territorio con letture, musica e arte.
Gli occhi e le sensibilità giovanipossono rivisitare le tradizioni per non perderle nell’oblio, ma nel contempo comporre nuove forme di rappresentazione, narrazione e comunicazione per vivere e far vivere il paesaggio come habitat armonico nelle trasformazioni delle pratiche di coltivazione, delle abitudini di vita, delle aspettative di futuro.
L’armonia nel paesaggiopuò essere raccontata con paradigmi non banali di contenuti omologati ai consumi, ma attraverso espressività creative che interpretino l’unicità del nostro paesaggio e le sue stratificazioni naturalistiche e storiche e le memorie di identità dei nostri paesi, senza mascheramenti importati da mode passeggere.
Sono in corso interessanti esperienze di altri soggetti culturali: dal progetto Narratori di memorie del Teatro egli Acerbi alle lezioni spettacolo di Paolo Tibaldi, dal teatro natura di Lorenza Zambon alle interpretazioni artistiche degli architetti torinesi Maria Grazia Abbaldo e Paolo Abertelli, alla SOU, scuola di architettura, che conduce i bambini ad apprezzare l’armonia di manufatti e luoghi. E altri ancora.
Gli amministratori, i produttori e gli operatori turistici sono interlocutori preziosi, insieme ai collaboratori citati, per delineare e implementare modalità e finalità dei Laboratori attraverso incontri di approfondimento di idee e di attività nel doveroso rispetto dell’autonomia e delle peculiarità dei creativi coinvolti.
Il metodo della passeggiata
Come metodo caratterizzante dei Laboratori sperimentali di diverse forme espressive, oltre alle fonti consuete, proponiamo la PASSEGGIATA.
Leggere un racconto, ascoltare composizioni musicali, fare teatro, vedere un’opera d’arte nelle vigne o accanto a alberi e arbusti fioriti è un’esperienza immersiva che induce a provare emozioni, traducibili in diversi linguaggi. Le passeggiate saranno guidate da attori, artisti, videomaker, fotografi, scrittori, poeti, architetti, coinvolgendo produttori, operatori turistici, abitanti dei luoghi attraversati,
La PASSEGGIATA è non solo percorrere i sentieri di vigne e boschi, ma è anche ATTRAVERSARE LO SPAZIO E IL TEMPO e VIVERE IL PAESAGGIO con tutti i sensi, così da interiorizzarne la COMPRENSIONE, con i piedi appoggiati sulla terra e gli occhi alzati al cielo. Vivere il tempo e lo spazio durante la passeggiata significa avere la sensazione del variare delle stagioni della terra, dei tempi del lavoro e di svago, dei tempi di vita insomma, ricomponendo l’armonia tra noi e la campagna.
Passeggiare vuol dire anche compiere azioni pubbliche. Le passeggiate dimostrative prima con i carri agricoli e poi coi trattori dei contadini dal 1956 al 1968 sono state anche le forme di lotta per ottenere la legge istitutiva del Fondo di solidarietà contro le calamità atmosferiche. Le passeggiate sulle colline del mare verde di Davide Lajolo nel corso degli anni Ottanta hanno salvato da speculazioni edilizie e discariche la Valle Sarmassa, divenuta 30 anni fa Riserva naturale speciale.
Si propone, dunque, un processo di fruizione e di DISTILLAZIONE delle componenti del PAESAGGIO NATURALE E UMANO perché i giovani lo narrino nel presente a salvaguardia dell’interrelazione degli umani con la natura.