18/08/2010
Il mito e la Langa / La Langa del mito
Laurana Lajolo da "Ritorno a Pavese" a cura di Roberto Mosena (Edilet, 2010)
Dialogo tra mito e mondo contadino
La terra magica di Langa riempie la fantasia di Pavese bambino, diventando ispirazione del suo mestiere di scrivere: Per la vuota finestra / il bambino guardava la notte sui colli / freschi e neri, e stupiva trovarli ammassati: / vaga e limpida immobilità. Fra le foglie / che stormivano al buio, apparivano i colli / dove tutte le cose del giorno, le coste / e le piante e le vigne, eran nitide e morte / e la vita era un’altra, di vento, di cielo / e di foglie e di nulla .
La vita di Pavese si svolge a Torino nell’ambiente culturale e politico della casa editrice Einaudi, ma quando lo scrittore ritorna al suo paese natale per la festa d’agosto, dal balcone dell’Albergo dell’Angelo, che si affaccia sulla piazza del mercato, sente gli stessi rumori e vede le stesse facce di una volta: i ragazzi che corrono tra le gambe della gente, i cavalli, le coppie di buoi della fiera del bestiame, le donne con il loro profumo, il sudore, le calze sulle gambe scure. Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti .
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