08/03/2021
Culture 39
Un paese ci vuole
Un paese ci vuole per andarsene via e poi tornare e sapere che c’è qualcuno che ti aspetta, scrisse Cesare Pavese nel suo ultimo romanzo La luna e i falò. Era il 1950. Oggi quel modello di paese non c’è più. I paesi si sono modernizzati, l’agricoltura è diventata tecnologica e i profondi cambiamenti, iniziati nella seconda metà del ‘900 e accelerati dalla globalizzazione, hanno concentrato la popolazione nelle metropoli rendendo le comunità rurali residuali negli indicatori di sviluppo, senza valutare la gravità dei danni climatici e delle disuguaglianze territoriali e sociali.
Ora la pandemia, tragica e imprevedibile da parte degli attori del potere, impone uno svolta epocale, un radicale ripensamento del modo di abitare e di lavorare, di vivere il paesaggio e i piccoli Comuni, se forniti dei servizi necessari, potrebbero avere nuove opportunità di riqualificazione e di rivitalizzazione delle loro funzioni, con adeguati investimenti per l’ambiente, l’agricoltura, i servizi socio-sanitari, le infrastrutture digitali, i trasporti.
Il tema di questo numero di culture pone l’attenzione sulla dimensione dei piccoli paesi, prendendo come osservatorio il Monferrato astigiano con la sua identità storica, le produzioni d’eccellenza, il paesaggio patrimonio dell’Umanità UNESCO, ma anche con le molte sue criticità e marginalità. La rivista amplia le riflessioni emerse nella XII edizione del Festival del paesaggio agrario 2020 dal titolo Lo sviluppo delle comunità rurali.
Dopo l’Introduzione di Laurana Lajolo, nella sezione Valorizzare il territorio gli urbanisti Maria Augusta Mazzarolli, Marco Valle e Stefano Fraire, il direttore dell’ATL Langhe Monferrato Roero Mauro Carbone, il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, il sociologo Enrico Ercole, il direttore del sito UNESCO Paesaggi vitivinicoli Roberto Cerrato, l’agronomo e studioso del paesaggio Marco Devecchi mettono l’accento sulle peculiarità e le notevoli potenzialità del territorio nella direzione di cambiare il corso del processo economico e salvaguardare l’ecosistema naturale del paesaggio come bene comune.
Nella sezione I servizi l’attenzione è puntata sulle carenze e sulle necessarie dotazioni da fornire ai paesi per rispondere ai nuovi compiti. Ne indicano le prospettive Gianluca Forno, vicepresidente ANCI Piemonte, Marco Bussone, presidente UNCEM, Gianfranco Comaschi presidente del sito UNESCO, Vincenzo Gerbi presidente ATO5, l’architetto trasportista Giovanni Currado.
Nella terza sezione Investimenti per lo sviluppo sono Mario Sacco, presidente Fondazione Cassa di risparmio di Asti, e Giorgio Galvagno, presidente della Banca di Asti, a indicare gli interventi economici.
La quarta sezione Agricoltura e cambiamenti climatici affronta le conseguenze dell’aumento delle temperature e del dissesto del territorio sulle produzioni di alta qualità, che plasmano il paesaggioriconosciuto comearchetipo delle vigne europee. I contributi sono degli esperti dell’ARPA Piemonte Alberto Maffiotti e Laura Erbetta, dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, del giornalista Beppe Rovera e dei rappresentanti delle organizzazioni agricole Alessandro Durando, Marco Reggio, Maria Grazia Baravalle. Il docente Antonio Potenza illustra le caratteristiche del premiato laboratorio di chimica e biologia molecolare del Liceo Scientifico G. Galilei di Nizza Monferrato.
Nella sezione La comunità rurale la riflessione su passato e presente è condotta dall’antropologo Piercarlo Grimaldi, dal sociologo Renato Grimaldi e dal letterato Franco Vaccaneo.
Il racconto grafico riproduce casotti e piloni votivi del territorio di Vinchio.
Domenico Bussi ricorda Franco Laiolo e Bruna Laiolo, due amici dell’Associazione culturale Davide Lajolo recentemente scomparsi.