09/03/2020
Le violette
di Laurana Lajolo - 9/03/2020
Ieri era una bella giornata di sole e io ho usato il privilegio di abitare davanti al Bosco dei partigiani, quel parco che mi fa assistere al cambiamento delle stagioni attraverso i suoi vecchi alberi. Oggi il bosco è molto decaduto rispetto al passato, trascurato e un po’ abbandonato dai frequentatori, salvo gli studenti che tagliano da scuola e qualche visitatore notturno con la birra in mano.
Il bosco rimane, però, per me il mio “polmone verde”, in cui vado molto spesso anche solo attraversandolo per recarmi in centro. Lo conosco bene, lo considero il parco di casa mia.
Ieri, dunque, era una giornata di sole e ho fatto una passeggiata, per precauzione, in un’ora solitaria. Il bosco era solo mio e l’ho percorso tutto anche nei sentieri più appartati, in cui non andavo da molto tempo. Sapevo che avrei trovato, anche in questo inizio di marzo, prati di violette, quelle piccole selvatiche che da qualche anno hanno colonizzato il bosco e annunciano la primavera insieme ai merli che cantano i loro richiami d’amore.
Così anche quest’anno ho sorriso alle prime violette come a un segno buono che la natura ci aiuterà anche questa volta a superare la tragedia collettiva che stiamo vivendo. Leopardi definiva la natura matrigna, ma oggi siamo noi a danneggiarla, a coartarla, eppure la natura ci dà ancora la dolcezza dei primi fiori appena spuntati, delle foglioline nuove delle rose e degli alberi. Io mi rassereno al suo contatto e in città la cerco nei parchi, lasciandomi proteggere dagli alberi che stanno rinverdendo e mi sprofondo dentro senza pensieri.