17/02/2011
I bambini rumeni sognano in italiano
Pubblicato su "La Stampa"
“I bambini rumeni sognano in italiano” così padre Catalin nel dibattito di lunedì scorso sulla presenza degli stranieri in provincia ha sintetizzato i comportamenti dei bambini che a casa parlano la lingua madre e a scuola si sentono già cittadini della nuova patria. Il processo di integrazione per un nuovo modello di cittadinanza non è certo facile né per gli stranieri né per noi, eppure è un processo a cui non ci si può sottrarre nel nostro tempo.
L’Italia è stato sempre luogo di incontro e di scontro tra popoli diversi, dai greci ai longobardi, dagli arabi ai normanni, dagli spagnoli agli austriaci ed è dalla mescolanza di civiltà che ha tratto sempre nuova linfa la nostra ricca cultura, che ora è molto influenzata dal modello americano. Per questo siamo tutti meticci, nati da incroci di etnie diverse, anche se nel corso dei secoli abbiamo sempre avuto paura del “barbaro” (in greco straniero) fino a che lo abbiamo conosciuto ed è diventato uno di noi.
E’ stato istruttivo sentire in quel dibattito i rappresentanti delle comunità rumena e islamica e i rom affrontare consapevolmente i problemi e gli ostacoli, affacciare aspirazioni e opportunità per essere tutti cittadini nel rispetto delle regole di convivenza in base alla piattaforma condivisa della Costituzione, richiamata da loro con molta convinzione.