05/10/2024
Il mondo in piazza S. Secondo di Asti
La Stampa, 5 ottobre 2024
In un pomeriggio settembrino dal cielo limpido mi sono soffermata in piazza S. Secondo e ho ricordato quando, da giovane milanese, avevo scoperto la luce trasparente sull’arenaria della Chiesa. Sulla panchina accanto a me era seduto un giovane padre marocchino, che seguiva i movimenti ancora incerti del figlio. Ho commentato: “Gli sta insegnando a cadere e a rialzarsi”. “Proprio come nella vita”, mi ha risposto e ha preso per mano il bambino per continuare la passeggiata.
Poi, alla panchina sono arrivati due nonni con un nipote afro-astigiano, vivace e socievole, che mi ha fatto vedere come era capace a mangiare da solo la merenda. Quando gli ho detto: “Sei grande”, lui ha ribattuto: “Ho due anni, sono piccolo, ma mangio da solo”. E si è messo a correre sulla piazza per cercare compagni di gioco.
Sulla piazza stavo intravedendo il futuro. Quei bambini stanno cambiando con allegria la composizione della nostra società.
Sono poi andata a uno degli interessanti incontri del Festival dei popoli, ispirato a “raccogliere sogni e a seminare giustizia”.
In Italia sono passati tanti popoli, mescolandosi. Le società si sviluppano anche attraverso confitti, ma i cambiamenti non si possono fermare. Sono processi che vanno governati, non rifiutati con atteggiamenti razzisti.
Il governo che dichiara i respingimenti, ha dovuto prendere atto, anche se con norme vincolanti ancora derivate dalla legge Bossi-Fini, che i lavoratori immigrati sono necessari alla nostra produzione e al nostro welfare. Il mondo si muove, anche sotto la spinta della globalizzazione voluta degli occidentali, che ha esportato/importato non solo prodotti, ma stili di vita e aspirazioni.