23/12/2024
Auguri in 3 parole
La Stampa, 21/12/2024
Ho pensato a lungo, in questa fase storica così travagliata, come fare gli auguri. E poi ho trovato tre parole che mi hanno convinta e che oggi mancano in ogni contesto: rispetto, dialogo, felicità.
Il termine rispetto, scelto come parola dell’anno, è diventato dirompente con una canzone di Aretha Franklin che nel 1967 lo chiedeva per le donne afroamericane all’inizio dei movimenti pacifisti del 1968. Rispetto significa utilizzo responsabile e consapevole delle parole (e quanto ce n’è bisogno oggi in politica, nella vita quotidiana, nelle relazioni internazionali), sentimento e atteggiamento di attenzione verso le persone, le istituzioni, le culture. Rispetto è dunque una parola importante e oggi negletta, un contenuto di civiltà.
La seconda parola è dialogo, scambio e confronto di discorsi, di ragionamenti, strada principale per superare i conflitti, per giungere alla mediazione diplomatica, per fare la pace e non la guerra. Anche di questo atteggiamento c’è molto bisogno in una società divisa e prepotente con guerre e prepotenze.
E poi c’è la parola felicità, quella che gli americani conquistatori hanno indicato nella loro Carta fondamentale come un diritto. Gianni Rodari l’ha definita così: “La felicità dev’essere per forza qualche altra cosa che non ci costringa ad essere sempre allegri e soddisfatti (e un po’ stupidi) come una gallina che si è riempita il gozzo. Forse la felicità sta nel fare le cose che possono arricchire la vita di tutti gli uomini; nell’essere in armonia con coloro che vogliono e fanno le cose giuste e necessarie. E allora la felicità non è semplice e facile come una canzonetta: è una lotta”.
Tanti auguri a tutte e a tutti.
(La Stampa, 21.12.2024)