15/03/2025
Clima di guerra
La Stampa 15/3/2025
La manifestazione di oggi per l’Europa, che ha, appena approvato a maggioranza un massiccio riarmo, ha bandiere dell’Europa, dell’Ucraina e della pace a segnare divisione di intenti e di sensibilità. Settori della politica, dell’informazione e della cultura stanno creando un clima di guerra, dopo ottanta anni di pace. La guerra contemporanea, come vediamo dalle immagini quotidiane, colpisce più i civili che i militari, che sono giovani che sparano e muoiono. Abbiamo dimenticato, insieme alle testimonianze dei patimenti infitti dalle guerre mondiali e allo scempio della bomba atomica, che la guerra porta morte e distruzione? Vogliamo anche dimenticare l’art.11 della Costituzione: l’Italia ripudia la guerra? Trascinati dalla propaganda di potere e isolazionista dell’imprenditore-presidente americano e dei suoi consiglieri, corriamo ad armarci senza esaminare gli errori e le omissioni commessi riguardo alla guerra dell’Ucraina, dove sono mancate azioni diplomatiche tempestive ed efficaci. L’esito è stato l’umiliazione in mondo visione del presidente ucraino che, dopo aver annunciato che stava vincendo, deve accettare la tregua cedendo pezzi di territorio nazionale. La democrazia si consolida con la pace, i diritti, la convivenza civile, mentre la guerra porta necessariamente alla sospensione delle regole democratiche. Le forze politiche italiane si sono divise sul voto europeo e questo significa che, al di là della capacità/incapacità dei leaders, è riscontrabile la preoccupazione dell’opinione pubblica. Saranno le donne, al potere per la prima volta, a fare la guerra? Cosa ne pensano i giovani che potrebbero dover imbracciare le armi e manovrare i droni con le bombe?