10/05/2025
Quei ragazzi in palcoscenico
La Stampa 10/05/2025
Le allieve e gli allievi della Scuola di recitazione della Casa del Teatro 3 hanno accettato la mia sollecitazione a interrogarsi sul concetto di liberazione, producendo una performance per il pubblico, recitata la prima volta in teatro e la seconda sabato scorso a conclusione della passeggiata Ulisse sulle colline. E’ stato una cadenza di dichiarazioni personali originali e emozionanti per il pubblico, che è rimasto sorpreso e coinvolto. Dalla parola liberazione è scaturito il complesso processo sentimentale alla ricerca di un approdo. Nelle parole dei ragazzi c’è la speranza e la sua mancanza, c’è la fatica per uscire dalla solitudine e la libertà di esprimersi. Per qualcuno è un attimo, come un accordo di chitarra, quando ci si sente adeguati con se stessi e quindi capaci di vivere. Un ragazzo dichiara la libertà da ogni forma di sfruttamento con l’affermazione dei diritti inviolabili. Una ragazza la intende come volontà di ribellarsi, pur avendo paura, per trovare la speranza, soffocata da pesantezza e dolore. Per qualcuno la liberazione è il talento di saper sognare nonostante gli ostacoli. Una giovane attrice ha personificato la liberazione, descrivendola come attraente e difficile, per cui non tutti gli intrappolati sanno uscire dalla gabbia, che segna il limite. Volendo andare oltre l’emozione provocata dalle parole delle ragazze e dei ragazzi, così coinvolgenti e piene di domande, traggo una prima considerazione. Liberazione è prospettiva utopica, tensione verso il sogno, pur condizionati dall’incompiutezza del proprio esistere, una goccia di rugiada, un attimo, un fiato sospeso. (La registrazione della performance è su you tube Ulisse sulle colline)