27/09/2025
Le speranze colorate sul muro
La Stampa 27/09/2025
Un muro anonimo di via del Bosco è trasformato, secondo un progetto del Festival dei popoli, da un grande murale affrescato da ragazzi e ragazze di seconda generazione di origine straniera. Durante la realizzazione molti passanti si fermano a parlare con i giovani artisti e ad ammirare il disegno che via via prende forma e colore, diventando occasione di socialità e di scambio. Bella iniziativa, che speriamo venga rispettata dai graffittari. Il Festival quest’anno propone in modo innovativo i temi della migrazione attraverso gli occhi della giovane generazione di italiani/e senza cittadinanza. Una loro rappresentanza ha preso parola in pubblico, descrivendo la loro esperienza di vita e di come, giorno dopo giorno, a scuola, all’università e sul lavoro, si difendono emotivamente dalle piccole molestie razziste, superano le discriminazioni e vogliono acquisire i diritti, senza sensi di inferiorità. L’incontro mi ha trasmesso un senso positivo di ottimismo della volontà e di speranza, come nuova linfa per la nostra società contraddittoria e lacerata. Ho avuto, invece, un groppo in gola visitando la mostra dei disegni dei bambini di Gaza nella chiesa della Madonna del Portone. Molti disegni hanno ancora i colori dell’infanzia, ma altri riproducono la distruzione della guerra. Nelle didascalie ho letto i nomi di quei bambini e bambine, che sono morti e di cui sono rimasti solo i disegni. C’è anche la commovente poesia di Refaat Alareer, ucciso dalle bombe israeliane, che si conclude con i versi: “Se dovessi morire, / fa che porti speranza /fa che sia un racconto”. Vorrei un racconto di pace.