14/06/2025
A Gaza si distrugge un popolo non Hamas
La Stampa 14/06/2025
La guerra è carneficina, sempre, ma l’agonia della popolazione civile di Gaza per mancanza di aiuti non ha giustificazione come atto di guerra, pur se dopo l’attacco terroristico di Hamas. Anche in tempo di guerra dovrebbe valere il diritto internazionale. Le condizioni estreme della popolazione per fame e mancanza di medicinali interpellano le nostre coscienze e anche ad Asti, come in molte parti d’Italia e del mondo, è cresciuta la solidarietà per Gaza, dove la guerra viene combattuta volendo impedire le condizioni essenziali di vita. Purtroppo a partire dal 1948 la storia dello Stato d’Israele è una storia di guerre “di difesa”. Già la filosofa ebrea Hannah Arendt, che durante il nazismo era stata attivista del movimento sionista, espresse il suo dissenso sulla politica di Ben Gurion nei confronti degli abitanti palestinesi. Lo stato democratico di Israele, conficcato tra stati arabi, è stato sempre difeso dall’Occidente, anche perché il nuovo Stato era stato istituito come “risarcimento” dello sterminio del popolo ebraico voluto da Hitler. La Shoah è il monito storico e morale contro la volontà di annientamento degli ebrei e viene insegnata a scuola per formare le coscienze alla tolleranza e al diritto di esistere di tutte le etnie. La gente di Gaza non è gente? Come non commuoversi vedendo le madri piangere sul sudario del figlio, i bambini alzare i contenitori vuoti, gli abitanti della Cisgiordania assaliti dai coloni israeliani? Anche molti israeliani non riescono più a sopportare quelle violenze. Così non si distrugge Hamas, ma un popolo e si crea altro odio.