18/02/2011
La scuola bocciata
Pubblicato su "La Stampa"
I giornali sono pieni dei dati sulle bocciature. Ma una scuola che boccia massicciamente non è una scuola seria, è una scuola bocciata. A scuola si va per insegnare e imparare, non per escludere ed essere emarginati. Il ministro oggi grida il valore del merito. Non è questa la severità di cui si ha bisogno. Così si sta sgretolando l’istituzione pubblica con la conseguenza di un arretramento civile e culturale molto grave, ormai difficile da arrestare. Sarebbe invece necessario un impegno politico ed educativo chiaro per contrastare la dequalificazione della scuola e la demotivazione degli insegnanti e invertire la tendenza.
I bocciati sono un segno di profonda crisi della nostra qualità culturale e del nostro vivere civile. Il processo di formazione si basa sull’attenzione verso gli studenti, sulla preparazione e la responsabilità educativa degli insegnanti, sul rispetto dei ruoli da parte dei genitori, e sulle risorse economiche. Le cosiddette riforme possono essere terremoti senza possibilità di ricostruzione.
Dal prossimo anno scolastico i tagli delle classi e dei finanziamenti renderanno ingestibili le scuole. Si torna alla scuola per pochi, da cui la massa dei ragazzi sarà inevitabilmente esclusa. Ai culturalmente poveri rimarrà l’illusione dei reality televisivi e una vita povera di opportunità.
(27 giugno 2009)