29/07/2012
Corriere della Sera 28 Luglio 2012
Cent'anni dalla nascita di Davide Lajolo - Quel lato umano del grande "Ulisse" - di Sebastiano Grasso
Robusto, tarchiato, capelli a spazzola, voce pastosa.
Stare a sentire Davide Lajolo era come ascoltareil racconto di un'avventura.
Non importa che parlasse di un poeta o di un pittore amici; o se affrontasse una questione politica.
Ogni argomento aveva in sé un lato umano che affascinava, che scioglieva nel quotidiauo anche le cose più ostiche. Un po' come avveniva con Raffaele De Grada.
E proprio il lato umano ha sempre contraddistinto Lajolo: lo rendeva partecipe, vicino, generoso soprattutto coi giovani, abbattendo cosìle differenze generazionali. Parlava con un ventenne? Il sessantenne Davide ringiovaniva di quaranta. Il linguaggio? Era quello del cuore, che non conosce età: «Non ho mai lasciato impigrire né il sentimento, né la ragione».
Eppure, a guardarlo con quella faccia da mastino, inizialmente Lajolo incuteva soggezione. Questione di un attimo, poi metteva tutti a
proprio agio. Ti prendeva sottobraccio e, direzione il bar più vicino, cominciava a raccontare
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