13/04/2011
L’industria culturale
di Laurana Lajolo
Tra la fine degli anni Sessanta e il decennio successivo si apre negli ambienti della sinistra, tradizionale e ed extraparlamentare un intenso dibattito sul ruolo dell’intellettuale nel campo della cultura e dell’informazione in termini nuovi rispetto al passato. Vengono messe da parte le tematiche dell’autonomia e/o dell’impegno politico, proprie degli anni Quaranta e Cinquanta, perchè emerge la necessità di discutere le problematiche del lavoro intellettuale a fronte delle novità tecnologiche e comunicative nel campo dei mass-media, della produzione e dell’organizzazione culturale e dei rilevanti cambiamenti politici, determinati dai movimenti di contestazione.
In quel periodo si rinnovano le formule dei quotidiani a maggiore diffusione nazionale e nascono molti nuovi fogli di battaglia politica con un vivace atteggiamento critico nei confronti della Rai e dei quotidiani cosiddetti indipendenti, mentre l’espansione della cultura di massa modifica il rapporto tra intellettuali e pubblico e cambia la domanda dei lettori. Gli assessorati alla cultura dei Comuni amministrati dalla sinistra fanno importanti investimenti nel campo degli eventi culturali, coinvolgendo di esperti e di operatori culturali in quei programmi.
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