23/10/2025
Intervista a Luciano Lucente
in occasione della mostra "Metamorfosi" dedicata alle farfalle

Dopo il successo della mostra “Metamorfosi”, dedicata alle farfalle, a Palazzo Crova di Nizza Monferrato le sculture di Roberto Giovannetti e i quadri di Giulio Lucente verranno esposti al Museo Diocesano di Asti. La mostra sarà inaugurata il 7 novembre alle 17 e rimarrà aperta fino al 23 novembre. Orario di visita: venerdì 15-18: sabato e domenica 9.30-13, 15-18. ingresso libero.
Il pittore Giulio Lucente, allievo di Francesco Casorati all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 1980, è docente di tecniche pittoriche. Da sempre è interessato alla natura, influenzato da Ennio Morlotti e il suo informale naturale e, in seguito, da Hanselm Kiefer. Accantonato l’action e l’informale ha focalizzato il suo interesse sulla natura e sulla realizzazione di opere su alberi e boschi.
Cosa la ispira della natura?
Accantonato l’action e l’informale ho focalizzato il mio interesse sulla realizzazione di opere prendendo come soggetto gli alberi e i boschi.Dall’albero, che è per antonomasia la rappresentazione ideale della natura, agli animali il passo è stato breve. L’ incontro con il professor Carlo Polidori, entomologo dell’Università di Milano, si è rivelato molto importante per la visione del mio percorso artistico, perchémi ha iniziato alle suggestioni della vita e delle forme delle api e poi delle farfalle.
Che cosa rappresenta per lei la farfalla?
Per me è un grosso stimolo allo studio del colore e delle forme, della sperimentazione di tecniche artistiche.
La farfalla nei miei quadri non è una rappresentazione scientifica e didattica, è un veicolo per sperimentare nuovi stimoli e attingere al mio specifico interesse dell’uso del colore in chiave espressiva.
Laurana Lajolo mi ha coinvolto nel progetto “Metamorfosi”, raccontandomi che sua madre disse alla nipote Valentina che sarebbe tornata tutti gli anni sotto forma di farfalla.
In mostra c’è anche la farfalla Ulissa che si posa su una rosa. Qual è il riferimento?
Il padre di Laurana da partigiano si chiamava Ulisse e in Sudamerica vive una specie che si chiama Ulysse. La mamma si chiamava Rosa e così ho realizzato il quadro.
Qual è per lei il significato di essere pittore?
Il bello del lavoro di pittore, a mio parere, non è solo quello di stare in studio a dipingere in solitudine e poi chiedersi se il lavoro è riuscito bene oppure no. Il mio lavoro è una concatenazione di esperienze, di incontri e confronti per l’arricchimento della personalità. In particolare, la relazione con la natura mi arricchisce come uomo e come pittore, perché richiede di confrontarsi, informarsi e capire quale mondo si va a rappresentare. In questa occasione ho trovato l’equilibrio tra l’essere un pittore con un background astrattista e la figurazione. Attraverso l’uso della materia e il colore espressionista ho avuto la possibilità di esprimere la mia cifra stilistica.
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