17/03/2025
Non si muore ragazzi, è primavera
Per la giornata della poesia 21 marzo

Nel libro di memorie di Dionigi Massimelli Il partigiano Nestore, curato dall’Associazione culturale Davide Lajolo, si trova la descrizione di come è stata composta la poesia “Non si muore ragazzi, è primavera” nel pieno di uno scontro armato, il 20 febbraio 1945. Scrive Dionigi Massimelli Nestore: “Dopo qualche ora di camminate raggiungemmo la sommità del Bricco Cirivè. Ulisse si appostò subito in un casotto di campagna, estrasse da una borsa un block notes a quadretti e cominciò a scrivere.
Io col binocolo osservavo i movimenti del nemico. Salassato Il paese di Vinchio e fatte le solite ruberie: denaro, oggetti preziosi e, quando proprio non trovavano niente, anche conigli e galline, si trasferiscono nel paese di Mombercelli e di qui scesero alla Piana. Poi, lasciati gli automezzi, a piedi cominciarono a salire verso il Tocco. La frazione del Tocco, dista dal Bricco Cirivè, in linea d’aria, non più di duecento metri, però le due colline sono separate da una valle. Noi potevamo vederli e loro vedevano bene noi. Verso le quattro del pomeriggio li vidi scendere alla collina del Tocco e ebbi l’impressione che volessero venire da noi. Corsi da Ulisse e gli dissi: - Guarda che stanno scendendo e tra qualche minuto potrebbero essere qui -. - Non agitarti, mi rispose, pensa piuttosto a incaricare un gruppo di uomini ad appostarsi nella posizione di Moncucco, perché di lì dovranno passare -.
Infatti, mentre il gruppo di partigiani andava ad appostarsi nella località indicata da Ulisse, i fascisti scesero alla Piana, salirono sugli automezzi e si avviarono alla volta di Nizza. Trascorso un quarto d’ora dalla loro partenza, sentimmo una sparatoria. “Hai visto, mi disse Ulisse, volevamo solo salutarli”. Ho risposto: “Adesso, però, devi dirmi cosa hai scritto tutto il giorno”. Il suo volto, spesso corrucciato, si aprì al più accattivante dei sorrisi. Ebbi il privilegio in quel momento di ascoltare dalla viva voce dell’autore, una delle più belle poesie scritte da Davide Lajolo “Non si muore ragazzi, è primavera”.
La notte / ha la soavità della pioggia
sulla campagna / tenero pianto / sull’erba
mentre dopo la battaglia / i partigiani
uno ad uno s’infilano / per i sentieri
scivolando / nel fango con rade
bestemmie. / Bagnati fino alle ossa
i piedi guazzano / nell’acqua / rotti e pesti
/ (da stamane si combatte / e si marcia )
ma stupefatto e felice / m’arresto sul
barranco del Tiglione abbagliato
dall’andare dei mirti / che sotto la pioggia
fioriscono ed olezzano / su tutta la valle.
Come carne in fiore / come il viso bianco
dell’amore a salutare / l’addio.
Il biancospino nella / vergine notte
mi prese il cuore / nello sgomento della
morte.
È troppo dolce la vita / e troppe cose
ancora / non so per cadere / ora ch’è
primavera / ora che il biancospino
si raccorda col mandorlo
col pesco in rosa / ed il bianco ciliegio
promette un dono / per tutti i bimbi
domani.
I miei partigiani / battono il piede nel
fango / a tonfi sordi
e neppure più una bestemmia
nell’albore del biancospino.
E piove.
Il Tiglione ha intonato / un murmure alto
“Val Tiglione sei la mia terra / col mio
sangue ti difenderò”.
Ora la canzone morta
da stamane
se la riporta l’acqua del fiume
alla deriva. / Ma non è finita la guerra
né la luna ci accoglierà / per troppi giorni,
chè, scomparso il sole,
ricompare il partigiano
per la disperazione del nemico.
Non si muore ragazzi! / è primavera.
Muore il nemico / anche se ancora
bivacca. / E la pioggia insiste / sulle colline
ora / che si sale e un olio / leggero che
t’attanaglia / al terreno.
Le armi nascoste sotto la giubba
per non bagnarle.
Un lungo respiro per la fatica
e la speranza, calda e vera
come il biancospino / che torna a ricamare
le strade, a dire
ch’è primavera sotto la pioggia.